03/01/2025molto nuvoloso

04/01/2025poco nuvoloso

05/01/2025coperto

03 gennaio 2025

Vittorio Veneto

"Se siamo arrivati a questo punto è colpa dei tagli alla sanità”

È l’atto d’accusa del Comitato Sanità Alta Marca Trevigiana che critica apertamente l’operato di Zaia

| Ingrid Feltrin Jefwa |

immagine dell'autore

| Ingrid Feltrin Jefwa |

Coronavirus

VITTORIO VENETO – Coronavirus il Comitato Sanità Alta Marca Trevigiana tuona contro i taglia operati nella sanità pubblica, accusando senza mezzi termini che lo stato di crisi venutosi a creare in conseguenza all’emergenza Coronavirus è fortemente condizionato da decisioni pregresse che hanno ridotto risorse, posti letto e servizi nella strutture sanitarie. Un atto d’accusa al quale si aggiunge un monito: “Non abbandoneremo i pazienti più anziani o con malattie più gravi”.

Va rammentato che la SIAARTI (Associazione di Medici Anestesisti) ha emanato delle "raccomandazioni di etica clinica per l'ammissione a trattamenti intensivi" "in condizioni eccezionali di squilibrio tra necessità e risorse disponibili". In parole povere dato che "la situazione attuale ha caratteristiche di eccezionalità", qualora i posti nei reparti di rianimazione (Terapia Intensiva) non fossero sufficienti, bisogna garantire l'accesso alle cure intensive ai pazienti con "la maggior speranza di vita". Ossia, si dovrà decidere di lasciar morire le persone più fragili (per età o malattie pregresse).

Rifiutiamo che venga presa in considerazione, anche solo a livello di ipotesi, la possibilità che si possa discriminare nelle cure i cittadini in base all'età o alle condizioni di salute, in violazione non solo della Costituzione, ma anche del comune senso di giustizia e di carità – fa sapere il Comitato Sanità Alta Marca Trevigiana -. Così come rifiutiamo che i professionisti sanitari possano o debbano essere messi nella terribile situazione di dover scegliere chi far vivere o morire”.

“Se, come afferma la stampa, la sanità lombarda sta avvicinandosi al collasso, bisogna che sia chiaro che la mancanza di posti letto e di personale è stata causata dai tagli dei finanziamenti operati dai governi nazionali e, per quanto riguarda il Veneto – prosegue il Comitato -, dalle politiche di impoverimento della sanità pubblica a vantaggio di quella privata messe in atto negli ultimi 20 anni. In particolare, si è passati dai 1176 posti letto totali regionali di terapia intensiva del 2002 a 717 nel 2019 (riduzione del 39%). Se i posti in Terapia Intensiva sono al di sotto del necessario, chiediamo che la Regione si attivi in fretta per aprirne un numero sufficiente! Sarebbe mostruoso che i risparmi operati a spese della sanità pubblica venissero pagati con l'abbandono delle persone più anziane e fragili!”.

Nello specifico il Comitato precisa che: “Per questo non ci rassicurano le dichiarazioni fatte a livello regionale e provinciale rispetto all'abbondanza di posti nelle terapie intensive. Secondo il Bollettino Ufficiale dell'ULSS2 datato 8 marzo, nella terapia intensiva dell'Ospedale di Conegliano sono ricoverati 5 soggetti con positività per Coronavirus su 6 posti letto attuali (+ 10 previsti come aggiuntivi). Stime ufficiali della Regione Lombardia prevedono che al 22 marzo il "fabbisogno di terapia intensiva saturerà la capacità ricettiva". Se l'evoluzione dell'epidemia in Veneto fosse la medesima, temiamo non siano sufficienti i 20 posti in più previsti per la nostra ULSS”.

Quindi la richiesta ufficiale: “Chiediamo perciò che venga aumentata la capacità complessiva del nostro sistema sanitario, e in particolare che venga adeguato alle necessità il numero di posti letto per le cure intensive, anche con l'attivazione di 4 posti letto di Terapia Intensiva presso l'Ospedale di Vittorio Veneto. Ricordiamo che il servizio di Terapia intensiva è indispensabile in un ospedale per acuti, per garantire sia interventi tempestivi in caso di immediato pericolo di vita, sia monitoraggio e alta intensità di cure in quadri di forte criticità, in ambito chirurgico e medico (non a caso si trova in tutti gli ospedali del Veneto di dimensione analoga a quella di Vittorio, tranne che a Vittorio). Da anni i cittadini vittoriesi si stanno mobilitando per ottenere l'attivazione dei 4 posti di Terapia intensiva, presenti già nelle schede regionali del 2002, reintrodotti in quelle del 2013 a seguito della raccolta di 15.000 firme e confermati dalla Regione nel 2019, anche a seguito del nostro intervento. Nonostante gli impegni pubblicamente presi dal Direttore Generale, non sono stati ancora realizzati”.

Quanto a Vittorio Veneto in particolare il Comitato tiene a precisare che: “Al momento attuale l'ospedale di Vittorio Veneto è l'unico presidio della Marca in cui continua la chirurgia programmata (“day surgery”), con l'impiego di anestesisti che probabilmente potrebbero essere utilmente redistribuiti nella gestione dei letti di Terapia Intensiva. Inoltre, considerato il ruolo importantissimo che in questo momento stanno svolgendo i medici di famiglia e di continuità assistenziale, chiediamo che vengano dotati dei necessari presidi per tutelare la loro incolumità. Ci è giunta infatti notizia che fino ad oggi la nostra ULSS ha fornito a ciascuno medico di famiglia solo 3 mascherine filtranti e 2 camici monouso, 1 paio di occhiali protettivi e nessuna mascherina chirurgica (da far indossare ai casi sospetti come da linee guida)”.

Il Comitato poi non risparmia critiche esplicite a Zaia: “In alcune zone della Lombardia è già allarme per la carenza di medici di famiglia dovuta ai molti contagiati o in quarantena. Chiediamo infine che vengano attivate tutte le azioni utili per ridurre le occasioni di contagio e per sollecitare i cittadini ad adottare responsabilmente comportamenti di prevenzione. In tal senso non capiamo gli atteggiamenti ambivalenti dei politici e dei dirigenti sanitari locali. Il governatore della Regine Veneto Luca Zaia, dopo aver richiesto a gran voce di inserire anche il Veneto nella zona rossa il 5 marzo, il giorno stesso del Decreto del Presidente del Consigli dei Ministri ha richiesto una revisione delle misure restrittive emanate. Il Direttore Generale dell'ULSS2 Francesco Benazzi gli ha fatto eco definendo la zona rossa un possibile “autogol”. Che messaggio arriva in questa difficile situazione ai cittadini, il cui comportamento è fondamentale per prevenire la diffusione del contagio?”.

 



foto dell'autore

Ingrid Feltrin Jefwa

SEGUIMI SU:

Leggi altre notizie di Vittorio Veneto
Leggi altre notizie di Vittorio Veneto

Dello stesso argomento

Nord-Est
dall'Italia
dal Mondo
vedi tutti i blog

Grazie per averci inviato la tua notizia

×