SEMPRE PIÙ TAGLI AL SOCIALE
Mirra e Calesso accusano il Comune di non far molto per prevenire il disagio
| Laura Tuveri |
Treviso - Luigi Calesso e Anna Mirra di Un’altra Treviso denunciano che il Comune di Treviso spende sempre meno per il sociale. E a sostegno della tesi portano l’analisi del prof. Ferruccio Bresolin Bresolini mette a confronto la spesa sociale dei Comuni trevigiani e veneti nel 2006 e dimostra come questo settore non venga considerato per nulla prioritario, destinandovi solo il 9% delle risorse in pratica 10,6 milioni di euro contro una media di 32,2 milioni degli altri capoluoghi del Veneto.
I due attivisti dicono che il bilancio di previsione 2009 del Comune di Treviso (nella versione presentata dalla Giunta ma non ancora approvata dal Consiglio) prevede una spesa nel settore sociale di 10,5 milioni di euro, in riduzione rispetto al 2007 e al 2008. “Proprio nell’anno in cui la situazione economica imporrà con ogni probabilità un maggiore impegno alle amministrazioni comunali per far fronte a crescenti situazioni di disagio sociale ed economico, la Giunta di Treviso non trova il modo di incrementare le risorse destinate a questo settore.
Già l’invecchiamento della popolazione cittadina dovrebbe spingere l’amministrazione cittadina ad incrementare i propri interventi assistenziali e sociali, tanto più l’indebolimento del tessuto economico, la riduzione dei posti di lavoro e dei redditi dovrebbero imporre la spesa sociale come prioritaria per l’amministrazione comunale di Treviso” dicono Mirra e Calesso.
“In omaggio alla propria ideologia securitaria, ad esempio, l’amministrazione cittadina ha aumentato negli ultimi anni le spese per la polizia municipale il cui capitolo è uno di quelli che subisce la riduzione più contenuta dal 2008 al 2009, una riduzione percentualmente della metà rispetto a quella del settore sociale” sostengono i due attivisti che sono, invece, convinti che il miglior investimento per la sicurezza è quello negli interventi socio assistenziali che contribuiscono a ridurre le aree ‘a rischio’ di popolazione, in particolare di quella giovanile.
“Ma se questo è il modo migliore per affrontare il problema, l’ideologia securitaria predilige invece gli interventi repressivi, l’armamento della polizia municipale, tutte misure molto più visibili anche se di effetto molto più limitato perché intervengono sugli effetti del fenomeno invece che sulle sue cause e non lo rimuovono alla radice” Mirra e Calesso a questo punto non si dicono stupiti se per anni l’amministrazione leghista non abbia concorso all’assegnazione dei fondi regionali per interventi organici in materia di sicurezza,
“fondi – spiegano - che avrebbero potuto essere utilizzati anche per incrementare gli interventi di prevenzione del disagio giovanile (certamente insufficienti in città), o anche per contrastare l’abuso di alcolici da parte di chi guida, fenomeno che nel nostro territorio rappresenta un pericolo anche più grave della criminalità, visto il numero di incidenti stradali e di vittime dovute proprio alla guida in stato di ubriachezza”. A
ltra accusa alla Giunta Gobbo è l’incapacità di programmare interventi a medio-lungo termine. “l’amministrazione comunale non ha in atto alcun tipo di progetto, di programma, di iniziativa organica che vada oltre l’assistenza quotidiana agli anziani o i sussidi economici. Nulla che abbia a che fare con interventi di riqualificazione sociale dei quartieri-dormitorio che sono maggiormente a rischio o con progetti per l’integrazione culturale e sociale dei lavoratori stranieri.
Una politica sociale così debole – concludono gli esponenti di Un’altra Treviso - non è certo in grado di affrontare gli effetti peggiori della crisi economica e neppure di contribuire a ridurre le situazioni ‘a rischio’ che alimentano l’insicurezza, con buona pace di tutte le chiacchiere sulla sicurezza”.
In foto Luigi Calesso, esponente di Un'altra Treviso