I SINDACI DI TREVISO NON SONO SINDACI DI SERIE B
Oggi alcuni di loro erano dal prefetto per chiedere di cambiare le norme sul Patto si stabilità
| Laura Tuveri |
Treviso - La fascia tricolore dei sindaci sul tavolo del Prefetto. Stamani circa 25 primi cittadini della Marca, assenti tutti i colleghi leghisti, hanno simbolicamente consegnato la fascia tricolore al rappresentante del Governo sul territorio. Il Sindaco di Vittorio Veneto, Giancalo Scottà, a differenza degli altri sindaci leghisti, ha invitato con una e-mail i suoi collegi dei comuni limitrofi a partecipare alla manifestazione annunciando la sua presenza. Pochi minuti dopo Scottà cambia idea e comunica il suo ripensamento ai colleghi.
Questa originale forma di protesta è stata promossa dai Movimento sindaci del 20% dell’Irpef che ora insorgono perché si sentano sindaci di serie B, rispetto al collega del Pdl Alemanno a cui è stato concesso, tramite decreto, di poter sforare il Patto di stabilità per costruire la metropolitana. I sindaci continuano, dunque, la battaglia per riuscire ad ottenere maggiori risorse da destinare a servizi e opere pubbliche per la comunità.
La protesta è trasversale. Non è però sostenuta dalla Lega, nonostante gli inviti di Muraro e del vicepresidente della regione Manzato a sforare il patto di stabilità. Capocelli ha detto ha sindaci che si farà portavoce dei loro disagi. Dal prefetto c’era anche Simonetta Rubinato, deputato del Pd. La sua fascia di primo cittadino di Roncade l’ha fatto consegnare ad un suo assessore.
Ecco alcune testimonianza, incominciando dall’esponente del Pd. “Roma è autorizzata a sforare il patto mentre noi sindaci normali per mettere a posto le scuole, le strade, per dare servizi siamo costretti a sforare. E’ una cosa scandalosa. Con la manovra economica di agosto il mio Comune ha già deliberato di essere disobbediente. Credo che bisogna passare dalle parole ai fatti”. La Lega a Roma sostiene il Governo, e quindi consente al Comune di Roma di sforare per poi invitare i suoi sindaci alla disobbedienza, a sforare il patto.
“Meglio tardi che mai. Se uno si accorge di aver sbagliato. Invito i sindaci a passare dalle parole ai fatti e di sforare come ha fatto il mio Comune. La Lega, comunque, è bravissima in questo, a stare al Governo e a gestire il potere e anche a fare l’opposizione raccogliendo il malcontento di questi territori. Però non ci sono alibi. Per chi ha votato in commissione questa norma che concede privilegi a Roma, forse anche portando a casa vantaggi per l’aeroporto di Malpensa deve spiegare ai cittadini del Veneto perché la Lega che hanno così tanto votato per questo territorio non ha portato a casa nulla.”
Giovanni Balliana, sindaco di Sernaglia. ”Vogliamo sottolineare la difficoltà in cui ritrovano i nostri Comuni nel realizzare quelle opere pubbliche indispensabili ed evidenziare le disparità fa Comuni che hanno difficoltà ad amministrare, indipendentemente dal colore politico.
Roberto Zanchetta, sindaco di Ponte di Piave: “Purtroppo la politica romana non riesce a svuotare questo magazzino di malcontento che il Nord continua a riempire. Io non so cosa potremmo aspettarci con questa nostra, nuova protesta, di fatto siamo qui per evidenziare il nostro estremo disagio”.
Marino Fuser, sindaco di Vidor. “Il mio è un Comune al di sotto dei 5 mila abitanti per cui non soggetto al Patto di stabilità. Ho voluto essere qui per solidarietà verso i colleghi in quanto sostengo che la loro protesta sia più che legittima. Sono da tanti anni amministratore, ma sono deluso perché nonostante ci siano cambiati tanti governi di entrambi gli schieramenti, non sono ancora riuscito a vedere un’inversione di tendenza reale ed efficace sul piano della perequazione fra vari comuni d’Italia. Pur essendo io alla guida di una giunta di centro desto per ora sono piuttosto deluso di quanto sta facendo questo Governo. Mi auguro di essere smentito”.
Laura Puppato, sindaco di Montebelluna. “Continueremo la nostra protesta fino a che troveremo qualcuno che ci dia ascolto. Come sindaci non possiamo non evidenziare una sofferenza che è diventata palpabile perché ci impedisce di svolgere bene la nostra funzione. Siamo comunità talmente operose che credo sia giusto alzare la voce per farci sentire da tutti”. Vi sentite abbandonati dai tre ministri veneti? “Ci sentiamo senz’altro molto poco considerati. Lo avevamo già riscontrato in occasione della marcia su Roma del 1 ottobre. Nessuno di loro ci ha ricevuto, anche se poi hanno voluto in qualche modo sanare la ferita. Quando si va a Roma è facile dimenticarsi del proprio territorio. Devono però ricordarci che sono il frutto di questa terra, al di la delle appartenenze. A coloro chiediamo coerenza che non è una parola così fuori moda, noi vorremo che le loro dichiarazioni pre elettorali trovassero rispondenza nelle azioni di Governo” .
A sostenere la protesta dei sindaci c’era anche Giuliano Rosolen, direttore della Cna. “Sosteniamo da tempo l’iniziativa dei sindaci che vogliono mettere in discussione un Patto di stabilità assurdo e incomprensibile. I nostri Comuni che sono virtuosi hanno a disposizione in totale 140 milioni di euro per migliorare la vita nei loro territori e non possono spenderli, mentre Roma che fa debiti è autorizzata a spendere. Noi come associazione di artigiani chiediamo il superamento di questo Patto di stabilità, chiediamo che ai sindaci venga data la possibilità di spendere i soldi a disposizione perché se questo avvenisse i Comuni riuscirebbero anche a pagare le imprese che per loro hanno realizzato opere pubbliche. Chiediamo ai parlamentari trevigiani di intervenire anche per dare un sostegno alle nostre imprese artigiane che creano ricchezza e ai Comuni che creano qualità di vita”.
Foto di Paolo Balanza e Laura Tuveri