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20 novembre 2024

Treviso

Subito la zona rossa e stop alle piattaforme di delivery per le ordinazioni

"Veneto Imprese unite" assicura che non sono i ristoranti, i bar, le palestre, i cinema il problema. Penzo Aiello: "Chiusi da ottobre e i contagi continuano a salire".

| Roberto Grigoletto |

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| Roberto Grigoletto |

Veneto Imprese Unite

TREVISO - “Non siamo noi il problema. Non sono i ristoranti, i bar, le palestre, i cinema o comunque le attività che facevano rispettare le regole. Siamo infatti, chi più chi meno, chiusi da fine ottobre, e i contagi non accennano a scendere”. Andrea Penzo Aiello torna a chiedere per conto di “Veneto Imprese Unite” il lockdown, come già aveva fatti a novembre. “Torniamo a ripetere che a questo punto la zona rossa è l'unica soluzione per bloccare i contagi, che dipendono quindi dalla gente comune che si comporta in modo irresponsabile negli spostamenti e nelle case private e non dalle attività commerciali”.

Ma è anche un grido di allarme quello di “Veneto Imprese unite”: “Tirare avanti così per altri mesi porterà le nostre aziende ad una ormai inevitabile morte lenta. Bisogna ristorare più attività possibile. Solo così si può sperare in una primavera di incassi dignitosi. Ovviamente tutto questo è rallentato dal fatto che il governo non ha soldi per ristorare tutti, basti pensare che il ristoro previsto per la ristorazione nel dl 18 dicembre, che doveva essere immediato, ancora non è arrivato”.

 

Ma non per questo le imprese venete hanno intenzione di rimanere con le mani in mano. Come assicura Andrea Penzo Aiello: “Ieri abbiamo preso una posizione insieme ad altre associazioni d'Italia: dal 6 gennaio chiediamo ai ristoratori di non utilizzare più le grandi piattaforme di delivery, e invitiamo i clienti a fare gli ordini direttamente al locale (per asporto o delivery gestito direttamente dal ristorante), perché queste grandi aziende che tutti conosciamo hanno portato, visto il periodo in cui si è costretti al cibo a domicilio, la loro commissioni fino al 25-35% dello scontrino, rendendo la vendita a guadagno zero se non addirittura in perdita”.

 


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Roberto Grigoletto

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