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24 dicembre 2024

Cronaca

Superstrada Pedemontana Veneta: “Opera ‘vampiro’. Cominciano i prelievi milionari dalle tasche dei cittadini”.

È quanto sostiene il consigliere regionale dem Zanoni. Gli Uffici tecnici regionali rigettano le critiche

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

Superstrada Pedemontana Veneta

VENETO - “Dunque cominciano i prelievi dalle tasche dei cittadini per pagare i mancati introiti della Superstrada Pedemontana. Per la precisione: 24 milioni nel 2023, 15,7 milioni nel 2024 e 14,1 milioni nel 2025. Queste, infatti, sono le somme previste dal Bilancio di Previsione 2023-2025 illustrato oggi dalla Giunta Regionale in seconda commissione”. A puntare il dito è il consigliere regionale del PD Veneto, Andrea Zanoni. “La SPV si dimostra e si conferma come grande opera ‘vampiro’ a livello nazionale. Dopo i 300 milioni imposti da Zaia nel 2017, con conseguenti tagli soprattutto a danno della sanità veneta, adesso arriva un'altra mazzata da 54 milioni di euro a causa delle previsioni sugli insufficienti introiti derivanti dai pedaggi”.

“Un’infrastruttura, insomma, amarissima per i veneti, cornuti e mazziati. Prima sono state abrogate tutte le esenzioni per i residenti, poi il prelievo sanguinoso dalla sanità ed ora questo ulteriore salasso, per coprire i buchi di una convenzione che ha portato il rischio di impresa nella casa dei veneti garantendo ugualmente un canone fisso al privato. Un motivo in più - conclude Zanoni - per votare contro questo bilancio che genererà una riduzione del 14,9% delle risorse per quasi tutti i capitoli di spesa, sanità compresa”.

A breve distanza di tempo dalla dichiarazioni del consigliere regionale gli Uffici tecnici regionali hanno diffuso una nota, che riportiamo di seguito. “Stupisce che gli argomenti ancora oggi utilizzati da alcuni consiglieri regionali per parlare della Pedemontana Veneta – infrastruttura che, pur non essendo stata ancora completamente ultimata e posta in esercizio, ha ampliato le opportunità di una delle parti economicamente più dinamiche del territorio veneto - siano ancora i costi per la Regione del funzionamento dell’infrastruttura, che già erano stati previsti, commentati e resi ampiamente noti nel 2017, al momento dell’approvazione della rimodulazione della concessione con il concessionario. Per chiarezza e trasparenza, riassumiamo esattamente quanto avvenuto. La Regione è intervenuta al termine della gestione commissariale dell’opera per cercare di portare a termine la nuova strada, fortemente voluta dal territorio, che all’epoca era stata realizzata per il 25%. Nelle trattative la Regione ha ottenuto la riduzione dei ricavi del concessionario nei 39 anni di oltre 10 miliardi di euro e nel contempo ha concesso un contributo aggiuntivo di 300 milioni di euro per rendere l’opera bancabile. I ricavi da pedaggio vengono incassati dalla Regione e si paga un canone di disponibilità al concessionario.

A regime le stime confermano che le entrate dei pedaggi parificheranno il costo del canone e nei 39 anni della durata della concessione il saldo sarà positivo. Al momento dell’approvazione in Consiglio regionale nel 2017 era stato ampiamente argomentato a tutti i consiglieri che tuttavia i primi 10 anni sarebbero stati in perdita per il normale e prevedibile avvio dell’utilizzo dell’infrastruttura, così detto rump-up, consegnando proprio la tabella della professoressa della Bocconi, Veronica Vecchi, che oggi è tornata alla ribalta. Quindi nella proposta di bilancio regionale è prevista unicamente la perdita, non preventivabile allora, derivante dalla mancata ultimazione dell’attacco di Pedemontana alla A4 a Montecchio Maggiore, lavori condotti dalla società Brescia-Padova fortemente in ritardo. Da sottolineare che gli stessi erano iniziati molto prima di Pedemontana Veneta. Va ricordato che la Regione ha perseguito ogni via possibile al fine di completare le opere in tempi compatibili con l’apertura di Pedemontana, anche proponendosi come realizzatore diretto. Purtroppo, non è stata accolta la proposta con conseguente perdita annua di flussi di traffico e relative entrate, stimata in circa il 13%. Per il 2023 la società Brescia-Padova ha comunicato che sta lavorando per concludere il tutto entro luglio del prossimo anno. Le condizioni erano pertanto tutte pubblicamente note. Non si può far finta di ignorarle rispetto all’interesse, nel 2017, di mandare avanti l’opera (opera che, diversamente, avrebbe rischiato di essere bloccata con un enorme danno ambientale), e poi strumentalmente porre l’accento sul tema quando oramai Pedemontana è ultimata”.

 

 


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