TI TRUFFO LA MONACA. DALLA GRATA DI CLAUSURA
Truffate, da una bionda "filantropa", le suore di san Giacomo di Veglia
| Emanuela Da Ros |
VITTORIO VENETO - Tanto, tanto timorata di Dio. Ma tanto tanto a corto di contanti. La donna bionda che venerdì scorso si è fatta ricevere dalla madre badessa del monastero di clausura di San Giacomo sembrava aveva l'animo in regola per essere considerata una benefattrice. Durante un lungo colloquio con la suora, svoltosi attraverso la grata che separa le religiose dai visitatori, la donna ha detto alla madre badessa di aver appena ricevuto da una zia defunta. una cospicua eredità Terreni e immobili per il valore di 90 mila euro le erano...piovuti dal cielo. E lei e il marito avevano pensato di farne dono al monastero.
La donna ha convinto la madre badessa che il lascito veniva dal cuore, oltre che dal portafogli, ma prima di andarsene ha chiesto alla buona madre se, in attesa di un nuovo incontro per stabilire le modalità della donazione, la suora non potesse prestarle 700 euro in contanti, visto che il suo bancomat non funzionava e le banche a quell'ora erano chiuse.
Come rifiutare un piccolo prestito a una potenziale grande filantropa?
La madre badessa ha detto sì.
Il resto della storia è più prosaico della premessa. La donna, incassati i 700 euro, si è defilata. Non si è più presentata al monastero e alla madre badessa non è rimasto altro da fare che denunciare la truffa ai carabinieri.
Secondo la testimonianza della monaca, la truffatrice aveva un accento veneto e un'aria per bene. Oltre che - possiamo aggiungere a 'sto punto - un'ottima capacità recitativa, una scaltrezza...da chiostro.