TREVISO E' CARA, LE ISTITUZIONI NON INTERVENGONO
Calesso chiede al Comune maggiore controllo ai prezzi e suggerisce alla sinistra di inserire il problema nel programma elettorale
| Laura Tuveri |
TREVISO - Treviso si piazza al quarto posto in Italia per il prezzo della spesa. Nessuna istituzione interviene? Si chiede Luigi Calesso (nella foto) di Un’altra Treviso. I dati li ha forniti una rilevazione del Sole 24. Il fatto che Treviso sia una delle città d’Italia non stupisce certo l’attivista, visto che è facilmente riscontrabile per chi fa la spesa tutti i giorni.
“Quello che, invece, è difficilmente comprensibile e mette in allarme rispetto alla dinamica dei prezzi nella nostra città – afferma Calesso - è il confronto con l’analoga indagine svolta a maggio del 2009: rispetto a quella data a Treviso il costo della spesa è aumentato 100 euro mentre la media nazionale è cresciuta solo di 14 euro, a Venezia l’incremento è stato ugualmente di 14 euro, mentre il prezzo è addirittura diminuito a Padova (- 29 euro), a Rovigo (- 33 euro), a Vicenza (- 38 euro) , a Belluno (- 53 euro)”.
Calesso dà questa interpretazione dei fatti. Se in un anno di crisi come lo è stato il 2009, mentre nel resto del Veneto la dinamica dei prezzi è stata di incremento modesto e addirittura di netta diminuzione, a Treviso il costo dei generi di prima necessità ha continuato ad aumentare, senza, secondo Calesso, che nessuna istituzione intervenisse per porre rimedio a tale stato di cose. “Poiché sappiamo bene che i problemi di cassa integrazione e disoccupazione non hanno certo risparmiato Treviso e la marca, è chiaro che c’è qualcosa che non funziona in questo costo della vita elevato e sempre crescente ed è necessario, quindi, che le istituzioni pubbliche diano avvio ad una politica di controllo dei prezzi a tutela dei consumatori.
La questione riguarda le istituzioni ed è questione propriamente politica perché gli alti prezzi non sono neutrali, non colpiscono in maniera omogenea ma, ovviamente, penalizzano in modo particolare i ceti a reddito fisso, le famiglie monoreddito, i pensionati e le famiglie numerose, per non parlare dei disoccupati e dei cassintegrati” ha detto l’esponente di Un’Altra Treviso che ritiene, dunque, che “la difesa dei redditi contro le speculazioni e gli incrementi ingiustificati dei prezzi diventa, quindi, una questione politica tanto quanto lo è quella della difesa dei redditi dei lavoratori: è, per quanto mi riguarda, una concreta battaglia di sinistra”.
Calesso ricorda che, qualche anno fa, Camera di Commercio in collaborazione con le associazioni economiche e quelle dei consumatori promosse un Osservatorio dei prezzi che per qualche tempo ha reso pubblici dei dati (peraltro abbastanza inutili) sui prezzi in provincia, poi, però, è scomparso.
“Per quanto riguarda il Comune di Treviso la mia proposta è che si impegni in primo luogo ad attuare una politica fiscale e tariffaria attenta in ogni caso attenta a non provocare ricadute sui prezzi (come è invece accaduto in passato con l’esorbitante aumento della Tia, tassa per lo smaltimento dei rifiuti, per i negozi. Dovrebbe, poi, monitorare la dinamica degli affitti degli immobili ad uso commerciale per evitare speculazioni che poi ricadono su prezzi e tariffe o che costringono i commercianti, soprattutto del centro storico, a chiudere i battenti”.
E per un’ ulteriore tutela dei consumatori l’attivista propone a chi amministra Ca’ Sugana di monitorare il livello dei prezzi per categoria merceologica, in rapporto alla categoria di negozio (piccolo negozio, supermercato, ipermercato, centro commerciale, discount ecc.) e alla dislocazione sul territorio (centro, periferia). “Solo così si potrebbero dare ai consumatori le indicazioni sulle opportunità di acquisto a miglior prezzo, contribuendo sia a tutelare i redditi dei trevisani che a favorire una sana concorrenza basata sul rapporto qualità-prezzo, a tutto vantaggio delle tasche dei cittadini e delle dinamiche di mercato.
Per quanto riguarda la Provincia non le mancano certo i fondi per l’istituzione di un nuovo osservatorio dei prezzi, visto quello che ha speso in quest’ultimo anno e mezzo (centinaia di migliaia di euro) per spot televisivi, inaugurazioni, sponsorizzazioni ed improbabili “tg della Provincia. Magari si tratta persino di una buona idea per il programma del centrosinistra per le elezioni provinciali di primavera” conclude Calesso.