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27 gennaio 2025

Treviso

UNIVERSITA' E TEATRI, TROPPO POTERE A FONDAZIONE CASSAMARCA

La denuncia arriva a da Luigi Calesso, che sostiene che la crisi di liquidità di Ca' Spineda ha smascherato le fragilità del sistema culturale trevigiano

| Laura Tuveri |

| Laura Tuveri |

UNIVERSITA' E TEATRI, TROPPO POTERE A FONDAZIONE CASSAMARCA

Treviso - “Con la crisi vengono al pettine i nodi dell’autoreferenzialità della Fondazione Cassamarca e l’assenza delle istituzioni in relazione a università e teatri”. La pensa così Luigi Calesso di Un’altra Treviso che ricorda che “quando Fondazione Cassamarca avviò in totale solitudine l’istituzione a Treviso delle sedi distaccate delle università di Padova e Venezia fummo in pochi, con Giampaolo Sbarra, a sottolineare come l’autoreferenzialità della Fondazione e l’evidente emarginazione del Comune di Treviso e delle altre istituzioni, ma anche delle associazioni delle categorie economiche, avrebbero potuto rappresentare motivo di grave debolezza”.

Allora – ricorda l’esponete della sinistra trevigiana – la Lega, ma anche parte dell’opposizione di centrosinistra preferì “plaudire all’iniziativa di De Poli e la liturgia dei pellegrinaggi a Ca’ Spineda fu molto più diffusa della critica politica alle scelte della Fondazione”. Calesso ricorda anche che a suo tempo fecero notare che l’università a Treviso avrebbe avuto un ruolo molto più importante per Treviso e provincia se se si fosse basata sul patrimonio culturale della Marca e sulle caratteristiche del suo tessuto economico, piuttosto che sulla necessità di non allontanare da casa i numerosi studenti trevigiani di Giurisprudenza.

Calesso ricorda anche che oltre al Comune, anche il Consorzio Universitario venne completamente escluso da ogni luogo non solo decisionale, ma anche di semplice controllo rispetto all’attività universitaria. Per non parlare, poi, del fatto - accusa Calesso - che Treviso anche con l’arrivo dell’università non sia riuscita a garantire agli studenti i servizi essenziali che dovrebbe garantire una città universitaria come un ostello e alloggi in genere, un sistema bibliotecario cittadino, ai luoghi di ritrovo per attività culturali e socializzazione.

“Oggi – sostiene l’esponente di un’Altra Treviso - la crisi fa venire i nodi al pettine: la carenza di risorse di Fondazione Cassamarca rischia di far fallire o ridimensionare il progetto universitario proprio perché il progetto non è sentito come proprio né dalle istituzioni pubbliche, né dal mondo economico, né dalle istituzioni culturali”.

L’analisi fatta per l’università ben si presta anche ad altre agenzie culturali marchiate Fondazione Cassamarca come i teatri cittadini che l’ente presieduto da Dino De Poli , sostiene Calesso “ha acquistato o comunque gestisce senza alcun ruolo dell’amministrazione comunale, a differenza di quello che accade in tutte le città d’Italia. E anche per i teatri è ben difficile individuare altri finanziatori in una città che per anni ha visto la loro attività ‘graziosamente concessa’ dalla Fondazione senza che nessuno potesse metterci parola”.

In pratica conclude Calesso “dopo qualche anno di scaramucce, l’amministrazione leghista della città si è arresa alla Fondazione e questi sono i risultati quando il meccanismo si inceppa. Ma i mesti pellegrinaggi a Ca’ Spineda continuano: quello del Presidente della Provincia che ha ottenuto la liquidità indispensabile per completare la nuova sede al Sant’Artemio, ma anche quelli di parte dell’opposizione di centrosinistra, non si sa, questi ultimi, con quale motivazione e quali risultati.

 



Laura Tuveri

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