TREVISO – Un clima ostile verso le imprese e gli imprenditori. Questo percepisce Alessandro Vardanega, presidente di Unindustria di Treviso, esaminando la situazione economica e politica della Marca e più in generale del Paese.

^{Conferenza stampa presidente Unindustria A. Vardanega e direttore generale G. Milan}

«Avvertiamo sempre più un contesto sfavorevole, verso le imprese del territorio – spiega il presidente degli industriali – con un conseguente risvolto negativo sui temi che affliggono gli imprenditori, come la pressione fiscale, la burocrazia e le infrastrutture». Secondo Vardanega è giunto il momento «fondare una nuova cultura per ricostruire l'alleanza tra impresa, lavoro e comunità, mettendo al centro l'impresa come soggetto che va aiutato ed elemento centrale della società insieme alla famiglia. Una rivoluzione culturale, un patto sociale da cui partire per tutti gli interventi necessari per far si che la provincia di Treviso e l’intera Italia recuperino capacità competitiva».

Sul fronte lavoro Vardanega parla di timidi segnali di ripresa dal secondo semestre del 2013. Ma due elementi preoccupano ancora il numero uno degli industriali: la disoccupazione, soprattutto giovanile, che ha raggiunto la doppia cifra e nel 2013 toccherà il 12% e la frenata dei consumi. «Il calo del 5% della domanda interna e la frenata dei consumi così marcata non si vedeva dal dopoguerra – sottolinea Vardanega - . Un calo così marcato in termini di consumi pro capite, secondo il centro studi di Confindustria, non si era mai visto».

Ad alimentare il disagio e l’incertezza degli imprenditori trevigiani, c'è anche il giudizio negativo della politica, usata troppo spesso per interessi propri, per l’arricchimento personale a scapito dell'interesse comune. «Non si può andare avanti con questa classe politica, occorre credibilità – conclude Vardanega - Prima dei programmi, la politica è chiamata a rispettare le regole».