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30 gennaio 2025

Treviso

Il Veneto dice no ai profughi

Questa mattina altri 50 arrivi. Zaia, Muraro e i sindaci contro l'accoglienza

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

Il Veneto dice no ai profughi

VENEZIA - "Questa mattina, sono arrivati in Veneto altri 50 profughi". Lo ha reso noto, al termine del vertice a Ca' Corner il prefetto di Venezia, Domenico Cuttaia. "Saranno distribuiti sul territorio - ha spiegato - perché proseguiremo col solito criterio di parcellizzazione, evitando casermoni e tendopoli". Criterio di spartizione sul territorio che, ha illustrato il prefetto, sarà adottato anche per i profughi inizialmente ospitati al Morosini del Lido di Venezia.

All'uscita dalla riunione, i rappresentanti degli enti locali hanno espresso chiaramente il loro no ad accogliere altri immigrati. "Le contrarietà - ha commentato Cuttaia - ci possono essere, ma il mio compito è quello di andare avanti e di offrire spazi a questa gente".

 

"Il quadro che ci ha dato il prefetto, come ci aspettavamo, parla di nuovi immigrati che devono ancora arrivare. Ma la posizione della Regione è chiara: diciamo no e siamo totalmente indisponibili per una serie di motivi, a partire dal fatto che siamo una delle prime tre regioni d'Italia per incidenza di immigrati sul territorio, con 514.000 immigrati, pari all'11 per cento della popolazione, 42.000 dei quali senza lavoro". E' la ferma posizione che ha espresso il presidente del Veneto, Luca Zaia, uscendo per primo dal tavolo di coordinamento. Un tavolo disertato dalla maggior parte dei sindaci: presente il primo cittadino di Belluno, Jacopo Massaro, l'assessore Brunetti al posto del sindaco di Padova Bitonci. Non c'era nemmeno Manildo, e mancava Achille Variati, sindaco di Vicenza.

 

Zaia c'era. E non ha mancato di ribadire la sua posizione. "Ormai - ha riferito il governatore - siamo al guado e le alternative possibili sono solo due: o andiamo a prendere i profughi nelle loro terre in sicurezza, ipotesi che scarto, o mettiamo dei blocchi navali e andiamo ad aiutarli lì, con campi profughi e tendopoli più rispettose, come sappiamo fare noi italiani". Zaia ha quindi respinto l'ipotesi dell'uso delle caserme dismesse o di nuove tendopoli sul territorio italiano. "Ieri era il momento del lutto - ha spiegato Zaia - oggi qualche riflessione va fatta e diciamo no, perché non ci vuole un Nobel per capire che, con le carrette del mare, si mette a rischio la vita dei cittadini. Il bilancio del 2014 parla di 3600 morti, quello dei primi mesi del 2015 di 23.350 arrivi e già di 1600 morti, per cui la chiusura, continuando così, a fine anno sarà ancor più disastrosa". "La nostra condizione - conclude il presidente del Veneto - è semplice: diciamo no. E lo dicono anche l'Anci e molti sindaci che non appartengono al mio partito, oltre a qualche prefetto: siamo al muro contro muro. Noi abbiamo già dato e paghiamo lo scotto di un Governo che non ha fatto nulla, perché è latitante e ha perso anche la grande occasione di portare a casa qualcosa con il semestre di presidenza europea".

 

Presente anche il presidente della provincia di Treviso Leonardo Muraro: "Il tavolo di oggi? E' stata la fotocopia degli ultimi incontri: si è basato sui numeri, con l'annuncio di 700 nuovi arrivi per il Veneto, chiedendo un impegno da parte degli enti pubblici che riteniamo inaccettabile, non potendo accogliere la richiesta, perché non è un progetto reale, né realizzabile". "Abbiamo la certezza che siano tutti profughi? - Muraro è dubbioso - Siamo sicuri che non ci siano in mezzo degli incaricati dell'Isis con la missione di conquistare l'Europa intera entrando attraverso l'Italia?" Muraro ha quindi concluso con una riflessione sulle aree trevigiane individuate per possibili ospitalità: "il Demanio ha parlato di due aree a Susegana e San Biagio di Callalta: che sia lo Stato, Renzi o il Ministro, ad avere il coraggio di imporre lì le tendopoli".

 

Nemmeno il Comune i Padova è disposto ad accogliere i profughi. "Il Comune di Padova fa già tantissimo specialmente per quanto riguarda la tutela e l'accoglienza di minori non accompagnati: ho ribadito al Prefetto Cuttaia che non siamo disposti ad accettare altri richiedenti asilo", ha spiegato l'assessore al Sociale e all'Integrazione e Convivenza del Comune.

 

Il sindaco di Treviso Giovanni Manildo, assente al tavolo di Coordinamento, ha detto comunque la sua. “Un comune da solo non può certo risolvere la questione e le strutture di proprietà del Comune di Treviso sono assolutamente inadeguate, non hanno le caratteristiche richieste per l’accoglienza”, ha sottolineato Manildo. “Dobbiamo riprendere la gestione del problema quanto meno a livello regionale, a livello nazionale ed europeo”. Infine sulla proposta di aprire le caserme per accogliere il prossimo contingente di profughi il sindaco ha affermato: “Credo che debbano essere gli organi dello Stato a discutere della questione in maniera costruttiva”. 

 


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