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29 marzo 2024

Treviso

VENETO STATO PRONTO A MARCIARE SULLE CASE DEI PARLAMENTARI

Da Re: "Che vadano sotto l'abitazione di Monti"

| Mauro Favaro |

| Mauro Favaro |

VENETO STATO PRONTO A MARCIARE SULLE CASE DEI PARLAMENTARI

TREVISO – Messi in archivio gli attacchi a Equitalia, adesso gli indipendentisti cambiano il bersaglio delle loro proteste e sono pronti a marciare sulle abitazioni degli onorevoli e dei senatori veneti per “mettere in chiaro quali sono i responsabili del disastro economico e per palesare gli assurdi privilegi di ogni singolo vassallo parlamentare che vive parassita sulle nostre spalle”.

La prima “fiaccolata” anti-casta, come l'hanno chiamata i vertici di Veneto Stato, si terrà sabato pomeriggio a Quinto e si concluderà con la posa della prima “lapide per la partitocrazia italiana” in via Sile, proprio davanti alla casa dell'onorevole Gianpaolo Dozzo.

Solamente una goliardata? Mica tanto, visto che negli uffici della questura è già arrivata la richiesta di autorizzazione per la marcia e che proprio in queste ore Damiano sta valutando come procedere. Gli indipendentisti, comunque, non hanno intenzione di retrocedere di un centimetro. Anzi, per loro a Quinto sarà solo l'inizio.

“Partiamo con Dozzo – spiega il segretario nazionale, Lodovico Pizzati – spinti dal diniego della giunta Dal Zilio per una sala pubblica per una serata di presentazione politica di Veneto Stato”. “Ma hanno chiesto la palestra di via Ciardi, che non è mai stata data per eventi politici – taglia corto il sindaco – tanto più che il 29 settembre gli abbiamo dato la sala consiliare”.

Aula o non aula, comunque, la marcia è ormai alle porte. “Dozzo siede in Parlamento dal 1994 e in questi anni ha incassato uno stipendio di oltre 3 milioni di euro, mentre nello stesso periodo i suoi concittadini di Quinto sono stati privati di oltre 700 milioni di euro di residuo fiscale, cioè la differenza tra tasse pagate e servizi pubblici ricevuti – conclude Pizzati – il sistema feudale italiano, quindi, paga una “tangente politica” del 4 per mille al signorotto locale affinché mantenga lo status qui dei servi veneti pagatori”. I venetisti, insomma, sono già in marcia.

La Lega, manco a dirlo, non l'ha presa affatto bene. “Quelli di Veneto Stato sono come l'ultimo quadro della via crucis, che prima ha visto passare di tutto! Che vadano a marciare sotto la casa di Mario Monti, invece di andare davanti alle abitazioni di chi rappresenta l'unica opposizione a questo governo”, tuona Gianantonio Da Re, segretario del Carroccio. “Stanno ancora raccogliendo firme per il Veneto autonomo? - ironizza – è una battaglia che noi abbiamo fatto vent'anni fa e se hanno bisogno di firme in più possiamo anche passargli le nostre”.

Sulla stessa linea Fulvio Pettenà, dominus leghista di Quinto e presidente del consiglio provinciale. “Ben vengano tutte le spinte autonomiste, ma attaccare i parlamentari leghisti, come nel caso di Dozzo, vuol dire sbagliare bersaglio: vadano a protestare contro gli esponenti della Dc e del Pci, che sono stati complici di questo sistema assassino, distruggendo le pensioni e allargando il debito pubblico, e che sono ancora in Parlamento – taglia corto il braccio destro di Muraro – l'indipendenza attraverso il referendum? Ci abbiamo provato noi già un sacco di tempo fa e abbiamo visto che non è una via percorribile, altrimenti l'avremmo già fatto, e che per cambiare le cose servono tempi lunghi e tanti piccoli passi”.

 


| modificato il:

Mauro Favaro

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