Arriva la polisteca. O no?
Quattro milioni e mezzo per spostare in città la biblioteca comunale. Critiche le opposizioni
VITTORIO VENETO - Divide, in città, il progetto varato dalla giunta Tonon di realizzare, all’interno dell’ex scuola Cosmo di via Battisti e dell’ex palazzo Inam di via Carducci, una “polis_teca”, cioè – secondo l’intento del nome scelto dall’amministrazione - una biblioteca che sia anche luogo di incontro per la gente.
La giunta a fine 2015 ha approvato lo studio di fattibilità, primo passo del progetto da 4,5 milioni di euro. Se le idee non mancano, i soldi invece scarseggiano. Come si legge nella delibera, nell’annualità 2016 del piano opere pubbliche sono state «stanziate risorse fino a un milione di euro», ma per gli altri soldi si confida in contributi che potranno arrivare da Regione o Unione Europea.
L’intento del progetto, come spiega la giunta che l’ha marchiato con l’hashtag #Vittoriocambia, è di realizzare «una struttura che vuole essere un completamento della biblioteca civica, garantendo cioè spazi per lo studio con la possibilità di utilizzo delle più moderne tecnologie multimediali, ma anche spazi per l’incontro tra le persone, per iniziative di vario tipo: un centro per la polis. Una struttura del genere dovrà trovare collocazione, attraverso la riqualificazione di un edificio esistente, in zona centrale; dovrà essere accessibile con i mezzi pubblici e facilmente raggiungibile dalle scuole».
Da qui la scelta è ricaduta sull’ex Cosmo, chiusa nel 2003 per problemi strutturali, e sull’ex Inam, immobile tolto dal piano alienazioni. Edifici che però necessitano di importanti investimenti prima che possano essere riaperti al pubblico. Se il progetto andrà in porto, un anno fa la giunta aveva annunciato che il 2016 sarebbe stato l’anno della Polis_teca comunale, parte degli spazi dell’attuale biblioteca di Ceneda si libererebbero, così da farne un importante centro archivistico e storico dedicato alla consultazione. Contrario al progetto Ottavio Pasquotti dei Socialisti Veneti: «Spostare la biblioteca da Ceneda è l’ennesimo errore che impoverisce ulteriormente il quartiere di Ceneda e smentisce anche l’impegno per il recupero di villa Papadopoli, che potrebbe diventare invece un centro bibliotecario».
Dubbi sono stati espressi anche dal consigliere Bruno Fasan (Lega Nord) che propone invece di investire quei 4,5 milioni di euro non sugli immobili del centro, ma su villa Papadopoli, vicina all’attuale biblioteca.
Claudia Borsoi