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06 maggio 2024

Treviso

Caso vaccini, l'assistente sanitaria:"Chiedo un risarcimento danni all'Usl"

La procura ha chiesto la riapertura dell'inchiesta a carico dell'assistente

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Caso vaccini, l'assistente sanitaria:

L'assistente sanitaria Emanuela Petrillo con l'avvocato Paolo Salandin

TREVISO - La procura ha chiesto la riapertura dell'inchiesta a carico dell'assistente sanitaria dell’Usl di Treviso sospettata di non aver vaccinato 500 bambini. L'ipotesi è di omissione di atti d'ufficio, la stessa formulata all'avvio delle indagini lo scorso anno concluse con l'archiviazione del fascicolo. La richiesta al Gip del Pm trevigiano Barbara Sabbadini sarebbe giustificata dall'emergere di nuovi elementi come il controllo a campione su alcuni bambini vaccinati dall'assistente sanitaria che non presentano tracce della profilassi.

Quella della procura è l'ultima mossa nello scacchiere di una vicenda che sul piano giudiziario e legale si preannuncia piuttosto complicata, mentre proseguono i controlli sul piano sanitario sui bimbi, con una procedura analoga in fase di avvio nei presidi sanitari di Tolmezzo e San Daniele, in Friuli, dove la 31enne Emanuela Petrillo ha lavorato: qui sarebbero 6mila i piccoli nell'elenco da lei vaccinati.

Attraverso il suo legale, l'avvocato Paolo Salandin di Montebelluna, l'assistente sanitaria ha fatto sapere che intende chiedere all’Usl di Treviso un risarcimento per i danni subiti. Secondo il legale, l'infermiera "teme per la sua incolumità dopo essere stata sottoposta ad una gogna mediatica senza che vi sia stata una sentenza o un rinvio a giudizio" per i fatti che le vengono attribuiti. Per Salandin poi la riapertura del caso è improbabile perché "la decisione di far rivaccinare tutti i bimbi rende impossibile un incidente probatorio". Da parte sua, l’azienda sanitaria di Treviso, per voce del direttore Francesco Benazzi, ha fatto sapere che entro oggi verrà firmata una delibera che affida il caso ad un legale di fiducia.

Ma le mosse del legale e dell'infermiera non si fermano al solo scontro con l’Usl di Treviso. Salandin ha anche annunciato l'intenzione, per sé e la sua assistita, di adire alle vie legali nei confronti di quanti li hanno attaccati in rete e sui social. "Mi hanno scritto - ha raccontato l’avvocato Salandin- che mi devo vergognare a rappresentarla e che mi sono dimostrato volgare e insensato: questa per me è diffamazione".

Intanto, l'assistente sanitaria ha fatto conoscere la sua versione dei fatti. "Durante la vaccinazione chi la somministra non è mai sola - ha spiegato -. C'è un medico, un adulto, spesso la mamma del bambino. Mi devono spiegare come ho fatto a buttare il siero sotto i loro occhi. Ho preso come un complimento chi mi diceva che il pupo non piangeva dopo la puntura. Forse ho una mano delicata". Riguardo al fatto che l'80% dei bambini da lei trattati non risulterebbero avere elementi che certificano la vaccinazione, la donna ha replicato: "ci possono essere diverse concause. Ma non sono una biologa. Non ho le competenze per rispondere. Posso solo tranquillizzare i genitori: i bambini che ho trattato io hanno ricevuto tutti il vaccino"

 



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