Niente Sprar, “Fallimento programmato e voluto”
Le cooperative non rispondono al bando e Vittorio Veneto rinuncia all'accoglienza diffusa
VITTORIO VENETO - Niente Sprar. Vittorio Veneto, Fregona e Cappella Maggiore hanno perso la loro opportunità di ottenere quelle risorse indispensabili per avviare un percorso di accoglienza diffusa e organizzata dei migranti. I tre Comuni, gli unici del circondario ad aver dato la propria disponibilità a partecipare allo Sprar hanno dovuto rinunciare a presentare un progetto: i termini del bando pubblicato al fine di coinvolgere le cooperative sono scaduti ieri e nessuno si è fatto avanti.
Il bando prevedeva l’accoglienza di 25 persone tra i tre Comuni, di cui sei tra coloro che hanno ottenuto il riconoscimento dello status di rifugiato, in strutture di piccole dimensioni. I Comuni avrebbero ottenuto un finanziamento del 95% sulle spese totali di vitto, alloggio, servizi di integrazione, formazione, riqualificazione professionale e supporto alla ricerca di casa e lavoro. Questo avrebbe reso i migranti una risorsa per il territorio. Avrebbe.
Il Comune di Vittorio Veneto ci ha pensato su un po’. Un po’ troppo, in realtà: il bando ministeriale era stato aperto lo scorso ottobre e solo a fine gennaio, a 19 giorni dalla scadenza di questo, il Comune ha deciso che avrebbe potuto aderirvi. Ha così pubblicato un bando pubblico sul MePA e ha aspettato che qualcuno si facesse avanti. Ma poiché in queste due settimane nessuno ha deciso di prendere l’appalto al balzo il Comune ha dovuto tirarsi indietro.
“Un fallimento programmato e voluto - è il commento del circolo Sel di Vittorio Veneto, che già mesi fa avare spinto l’Amministrazione ad aderire a un bando che avrebbe portato solo vantaggi alla città - Ben difficilmente, infatti, una qualsiasi cooperativa o associazione avrebbe potuto consegnare ai sindaci un progetto “chiavi in mano” (tanto per non disturbare la loro pigrizia!) in 13 giorni, tanto più in assenza di qualsiasi percorso preliminare di coinvolgimento della cittadinanza, finalizzato alla costruzione condivisa di idee e proposte. Tanto per fare un esempio di successo, il Comune di Treviso, che il 13 febbraio inoltrerà il suo progetto al Ministero, ha cominciato mesi fa a lavorarci sopra, attraverso un programma di partecipazione civica e di approfondimento tecnico. Un avviso pubblico bandito 19 giorni prima della scadenza del bando ministeriale uscito a ottobre è indice della superficialità, per non dire della ipocrisia, di chi lo ha fatto”.
Sulla stessa linea è Pier Lorenzo Parrinello che con il Gallo Rosso aveva spinto già da novembre le amministrazioni a seguire la strada dell’accoglienza diffusa: “Il Comune di Treviso ha iniziato già a ottobre una progettazione sullo Sprar - fa notare Parrinello - dando la possibilità alle cooperative di farsi avanti. Ci sono stati incontri pubblici tra cittadini, istituzioni, associazioni, cooperative mentre a Vittorio Veneto non è stato fatto nulla. Ci sono cooperative a spasso in cerca di appalti e credevo fosse logico che se fai un bando prima contatti le cooperative, per capire se ce n’è almeno una disponibile. Devi promuovere la cosa affinché qualcuno si presenti”.
Ma, il Comune, non ha contattato le Cooperative?
“Non è così che si procede - spiega l’assessore al sociale Barbara De Nardi - noi abbiamo pubblicato sul MePA un avviso pubblico, come da protocollo, ma nessuno si è fatto avanti”.
“Abbiamo ricevuto dei contatti informali per partecipare al bando – spiega inoltre l'assessore – ma purtroppo da chi non possedeva il requisito di esperienza pluriennale specifica nel settore richiesto dal bando nazionale. Un requisito da cui non si deroga, neanche in caso di associazione tra più realtà, e che di fatto restringe di molto il campo di chi può intervenire”.
Insomma, Vittorio Veneto, pare abbia fatto il suo: ha emesso un bando, l’ha pubblicato sull’apposito sito e ha atteso.
Invano.