In quattro a Roma
Il sindaco Tonon (più assessore e tecnici) nella capitale. Per portare a casa “apprezzamento”
VITTORIO VENETO – La notizia andrebbe data in questi termini. Venerdì scorso il sindaco Tonon, l’assessore Barbara De Nardi, il segretario Spessotto e l’architetto Wanda Antoniazzi sono stati a Roma. Al Ministero della Difesa. I quattro hanno incontrato il generale di divisione Caporotondo e hanno avuto un incontro proficuo.
Leggendo il comunicato emesso dall’ufficio del sindaco si evince che nel dibattito, avvenuto nella capitale, a Tonon “è stato riconfermato che gli immobili già in uso al 1° Fod e ora in dismissione non rientrano nel federalismo demaniale e dunque non possono essere oggetto di cessione gratuita a favore degli enti locali”.
In sintesi: l’aerocampo di San Giacomo di Veglia, palazzo Doro Altan, palazzo Marinotti, la Caserma Gotti e la Caserma Tandura a Costa, anche se sono vuoti, non possono essere regalati al comune di Vittorio Veneto.
Ma – sopra i fatti (un tantino deprimenti, diciamocelo) – aleggiano gli stati d’animo. Se Tonon era tornato dall’incontro con i tecnici Anas con “un certo ottimismo”, lui e i suoi tre accompagnatori sono rientrati dal tu per tu con uno degli esponenti del ministero della difesa con una sensazione positiva. “L’incontro è stato un primo approccio per affrontare tematiche fondamentali per lo sviluppo e la riqualificazione della città.”, si legge nel comunicato trasmesso. E dunque godiamo di questo primo passo emotivo.
Poi, a costo (tutto personale) di fare la figura dell’antipatica, devo scrivere – nella notizia – che i vittoriesi mica sono stati tanto fieri dell’incontro a cui si accenna. Che diversi cittadini hanno scritto e telefonato a OggITreviso per chiedere se fosse proprio necessario andare in quattro a Roma per sentirsi dire sostanzialmente picche. Se non fosse stato meglio fare una telefonata, che le picche al telefono suonano pure meno pesanti. Se – insomma – dopo il “valutare” della giunta questo viaggiare a vuoto non sia il caso di ridimensionarlo un po’.
Lo so: avrei Potuto fare a meno di riportare l’eco dei lettori. Ma il mio è un mestiere ingrato. E la curiosità ne fa parte: a proposito, perché andare in quattro a Roma? Non bastava uno?
edr