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17 dicembre 2024

Vittorio Veneto

Sei di Vittorio se…

Su Facebook una pagina scova il “vero spirito” della città. Tra ricordi, bravate e autentico folklore

| Emanuela Da Ros |

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| Emanuela Da Ros |

Sei di Vittorio se…

VITTORIO VENETO - Sei di Vittorio se.

Se non confondi i ravanei con gli ortaggi; se ti ricordi il campo di papaveri che rosseggiava al posto del fallimentare Victoria Campus; se andavi ai Con a vedere i foghi di sant’Augusta, ma quelli bassi non li beccavi; se comperavi un pensierino alle “Follie”; se l’ultimo giorno di scuola andavi a mangiare la pizza da Gennaro o facevi il bagno nella fontana dei giardini insieme ai pesci rossi; se hai ascoltato almeno una volta una musicassetta di Bibo dischi o se, come ricorda Alessandra Amadio, “prima di andare a scuola passavi da Tami a prendere la brioche”.

 

Sei di Vittorio se – ricorda Aldo Betto – “i divanetti del Terme ti hanno risucchiato almeno una decina di volte. Se hai preso almeno un paio di ceffoni da Bernardi alla Cosmo. Se hai sentito il Tiglio recitare tutta la sceneggiatura dei Blues Brothers. Se vai a vedere un concerto in zona industriale e vai alle cave.” O se, per dirla con Michela Paier, “almeno una volta hai fatto la discesa di via Roma frenando con i sandali”. O se – aggiunge Gianluigi Anfuso - “andavi in discoteca all'oasi e al ragno” in tram.

 

A proposito di tram, sei di Vittorio se chiami così gli autobus, perché a Vittorio veneto, di tram non ne è mai passato uno. E ancora: sei di Vittorio ..se dici la famosa 'z' de Zeneda (Giorgia Pollini); se ti ricordi dove erano dislocati i vespasiani (Silvia Casagrande); se sei stato almeno una volta alla Croce (Roberto Dalla Spada); se quand’eri piccolo andavi alle giostre di San Tiziano e tornavi a casa con la febbre (Antonella Caldart) e se sai cosa sono i bandot (Patrizia Paludetti).

 

In una pagina facebook che si intitola “Sei di Vittorio se…”, i vittoriesi stanno dando il proprio contributo per far emergere il vero spirito della città: quello autentico. Quello che conosciamo tutti (sei di Vittorio se i tuoi nonni ti facevano lo sbatudin e i patugoi; se d’estate facevi le vasche; se sai chi erano i nasapaste). Quello che ci riempie di nostalgia (sei di Vittorio se ti ricordi Aldo o Bepo del latte…). Quello che ci fa un po’ inalberare (“Sei di Vittorio – scrive Alessandro De Bin - se sono 20 anni che senti parlare del traforo... e ora che lo vogliono fare non sai da che parte stare...”). E quello che ci fa arrabbiare: Sei di Vittorio se quando bruciavi andavi alla stazione dei treni così stavi al caldo.

 

Ora la stazione dei treni di Vittorio (ammesso che resti una realtà) è così fredda, che non ci passeresti mai la mattinata. I contributi che i vittoriesi hanno finora postato sulla pagina fb si trovano sulla pagina "Sei di Vittorio se..." . Ah! Pure noi abbiamo aggiunto la nostra nota di colore: Sei di Vittorio se leggi il Quindicinale!

 


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