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04 gennaio 2025

Treviso

«I PARK INTERRATI SONO PERICOLOSI E NON SERVONO»

Un’Altra Treviso torna anche sullo svuotamento del centro storico e chiede nuovi luoghi di aggregazione culturale

| Laura Tuveri |

| Laura Tuveri |

«I PARK INTERRATI SONO PERICOLOSI E NON SERVONO»

TREVISO – “I parcheggi interrati all’ex-distretto militare saranno inutilizzabili come quelli all’ex-ghiacciaia?” Se lo chiedono Luigi Calesso e Anna Mirra di Un’altra Treviso che temono che questi park siano a servizio di residenze per ricchi che a Treviso non servono.

“La prevista realizzazione di due parcheggi interrati all’ex-distretto militare – commentano i due attivisti - conferma una delle scelte più discutibili dell’attività edilizia in città in questi ultimi anni, quella di scavare enormi buchi in qualunque parte del territorio cittadino senza tenere nel debito conto gli effetti che ciò avrà sul fragile equilibrio idrogeologico di Treviso.

Non spaventano i costruttori né le difficoltà realizzative dei piani interrati né i rischi che i parcheggi sotterranei siano inutilizzabili anche per anni a causa delle infiltrazioni di acqua. Seguendo questa logica sono stati approvati, solo per far degli esempi, i piani interrati all-ex Sape e quelli del park di piazza Vittoria”.

Per Mirra e Calesso, a maggior ragione, gli scavi all’ex-distretto, un’area a pochi metri dal Sile con il concreto rischio di infiltrazioni dal fiume durante e dopo la realizzazione dei piani interrati di parcheggio è ancora maggiore che in altre zone della città. “Se Fondazione Cassamarca che propone l’intervento edilizio non sembra preoccupata dei rischi e dei costi in fase di costruzione noi lo siamo almeno per due motivi".

Il primo, un intervento di questo tipo rischia di creare seri problemi a livello idrogeologico; il secondo motivi e che non vorremmo che, una volta realizzati, i parcheggi si rivelassero inutilizzabili per lungo tempo, come sta accadendo per quello dell’ex-ghiacciaia di porta Carlo Alberto, anch’esso sotterraneo, che avrebbe dovuto essere la “contropartita pubblica” per l’edificazione residenziale e commerciale.

Gli edifici sono stati realizzati, venduti e affittati, mentre il parcheggio pubblico non è ancora utilizzabile, a causa di un contenzioso tra il proprietario e l’azienda costruttrice” Gli esponenti di Un’Altra Treviso riflettono anche sui dubbi urbanistici del “piano di recupero” dell’ex-distretto.

“Ancora una volta, infatti, assistiamo alla trasformazione di un’area importante del centro cittadino in complesso destinato alla residenza di lusso. Non è certamente di questo che hanno bisogno il centro storico, la città, le sue attività economiche. Un centro storico che si svuota progressivamente di servizi pubblici porta, inevitabilmente, alla crisi delle attività economiche (ristorazione, commercio, piccolo artigianato…) che fruivano della quotidiana costante presenza di dipendenti e utenti dei servizi pubblici.

Un centro storico sempre più riservato ai soli ricchi diventa, inevitabilmente, un centro in cui durante la settimana le vie e le piazze rischiano la desertificazione perché chi si reca negli uffici pubblici fuori città prenderà, molto probabilmente, la via dei centri commerciali per fare i propri acquisti e non saprà neppure che cosa offrono botteghe e negozi del centro”.

Mirra e Calesso per rivitalizzare il centro storico propongono, infine, le medesime soluzioni dei commercianti, ovvero, portare in centro altri luoghi e momenti di frequentazione (attività culturali e sociali, sedi associative, convegni, rassegne artistiche…). “E’ l’unico modo – sostengono - per restituire vivacità ad un centro che rischia di morire, come dicono gli stessi commercianti”.

 


| modificato il:

Laura Tuveri

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