Castelfranco - “L'area Faber-Fervet-Berco non può più aspettare: serve un piano territoriale serio per rilanciare la zona. Dobbiamo aprire subito un confronto fra istituzioni e parti sociali”.

A dirlo Donata Sartor (in foto), che spiega: “dobbiamo pensare a un vero e proprio piano di salvataggio, non possiamo lasciare agli eventi il futuro dell’area: c'è un patrimonio di imprese e posti di lavoro che l'economia di Castelfranco non può e non deve perdere.”

“Siamo consapevoli che una zona così vicina al centro storico è strategica nello sviluppo di una città, – spiega ancora – ma qui parliamo di posti di lavoro. E la situazione è grave: 430 persone su 750 sono in cassa integrazione, e non vedo segnali di miglioramento. Anzi. Ci sono aziende in difficoltà che hanno già altre sedi: si capisce che la possibilità di dismettere l'area sia una tentazione. Ma dobbiamo pensare ai lavoratori.”

Donata Sartor rilancia la questione anche in seguito alla recente approvazione del Pat (Piano di Assetto del Territorio), il documento che delinea lo sviluppo del territorio della città, nel quale si afferma che non sono possibili interventi separati, perché il Prg non lo permette. L'area, se ne deduce, sarebbe quindi di fatto congelata verso riqualificazioni commerciali e residenziali a meno che tutte e tre le aziende non dismettano.”

“È chiaro – continua - che dobbiamo pensare a una strategia d'insieme. Una azione condivisa dalle parti in causa per rilanciare l'area e mantenere centinaia di posti di lavoro. La discussione deve coinvolgere le istituzioni territoriali, le associazioni di rappresentanza economica e le parti sociali. Non ci illudiamo che la questione si risolva senza impegno, ma dobbiamo decidere con chiarezza: quali interessi vogliamo difendere per primi?”.