2000 morti nelle case di riposo del Veneto, 3000 ricoverati: sanità al collasso
I sindacati dei pensionati si domandano se il "Presidente in Giallo" se ne sia reso conto: "Non ci ha mai ascoltato. Serve un vero lockdown".
| Tommaso Colla |
NORDEST - Duemila anziani. Morti. Nelle case di riposo del Veneto. Per Coronavirus. E poi “più di novantamila persone positive, quasi 3mila pazienti ricoverati nei reparti Covid, più di 5mila decessi di cui 2mila nelle sole residenze sanitarie assistenziali (Rsa) che sono ormai al collasso”. I sindacati dei pensionati (Spi, Fnp e Uilp) si domandano se Zaia – il Presidente in Giallo - si sia reso conto dell’ecatombe ingenerata dal lassismo con il quale si è incaponito a governare la curva epidemiologica impazzita in una Regione che da settimane indossa la maglia nera.
Il modello Veneto, portato come esempio di eccellenza in tutta Italia – prendono posizione i tre sindacati - sta crollando sotto i colpi dell’indecisionismo della Regione che, dopo aver difeso con forza la “propria” zona gialla, assicurando perfino la volontà di aprire gli impianti sciistici a Natale, ora incolpa il governo per le mancate restrizioni. “Siamo davvero addolorati e indignati per quello che sta accadendo. Da tempo abbiamo incalzato la Regione denunciando quanto stava avvenendo nelle Rsa venete. Evidentemente la Regione non ci ha ascoltato, visto che il Covid continua inesorabile a mietere sempre più vittime”.
Un Governatore che, per non perdere il consenso del mondi produttivi, si è nem guardato dal mettere mano a provvedimenti più restrittivi, pur davanti alla sempre più terrificante evidenza epidemiologica. Ora, nel perfetto stile al quale ci ha abituati, Zaia tenta di correre ai ripari, cambiando di colore come se la responsabilità non fosse la sua manco per niente e addirittura anticipando Roma sul lockdown.
Anzi, incolpando il Governo della grave situazione. “A Zaia, si sa, non piacciono le decisioni impopolari. Meglio mandare la sanità veneta al collasso, stressando personale e servizi, e incolpare poi l’esecutivo piuttosto che perdere consensi. Oggi, dopo innumerevoli tentennamenti, il Presidente sta cercando di correre ai ripari con un’ordinanza mirata solo ad una limitazione degli assembramenti durante le festività. Decisione tardiva visto che la situazione è oramai al collasso. Servirebbe un vero e proprio lockdown».
C’è un altro rammarico al quale i rappresentanti dei pensionati danno voce: quello di non aver potuto avere un confronto con Zaia: “A Zaia, si sa, non piacciono le decisioni impopolari. Meglio mandare la sanità veneta al collasso, stressando personale e servizi, e incolpare poi l’esecutivo piuttosto che perdere consensi. Oggi, dopo innumerevoli tentennamenti, il Presidente sta cercando di correre ai ripari con un’ordinanza mirata solo ad una limitazione degli assembramenti durante le festività. Decisione tardiva visto che la situazione è oramai al collasso".