6 luglio 1866: Ceneda insorge
Bastanzetti scrive a Uliana: "Un tricolore per ricordare la rivolta"
Michele Bastanzetti e il tricolore sul Monte Altare
VITTORIO VENETO - 6 luglio 1866: Ceneda insorge. “Spunta la voce che il Veneto sia stato ceduto all’Italia. E’ una bugia, ma dilaga suscitando incontenibile entusiasmo. La gente lascia il lavoro, le botteghe e le osterie vengono chiuse, la popolazione riempie le strade tra gli evviva e cantando inni patriottici. Si forma una processione e nel loro euforico incedere i manifestanti abbattono le aquile bicipiti, simbolo del potere imperiale, che sovrastano gli edifici pubblici mentre sui balconi delle case spuntano come d’incanto i tricolori, vietatissimi dalle autorità ma gelosamente approntati dalla nostra gente. Militari e polizia del presidio austriaco vengono colti di sorpresa da tale mobilitazione di popolo e sulle prime non sanno come regaire. Ma presto arriva la conferma che il Veneto non è stato per niente ceduto all’Italia ed allora scatta la repressione con lo scioglimento forzato degli assembramenti, con la incarcerazione dei patrioti più accesi e comminando a Ceneda una pesantissima multa di 10 mila fiorini”.
Riporta un episodio avvenuto 150 anni fa Michele Bastanzetti, portavoce del nuovo comitato di partecipazione civica SAC “Storia Ambiente Cultura ”. Bastanzetti, raccontando, chiede all’assessore alla cultura Antonella Uliana che, in occasione del 150esimo anniversario di questo episodio, venga issato sul Monte Altare il tricolore. Come era stato fatto, per la prima volta, il 6 luglio di 150 anni fa. "Nello stesso anno in cui celebriamo, in modo finora un po’ dimesso, il 150° della nascita di Vittorio - scrive Bastanzetti a Uliana - e l’ adesione del Veneto all’Italia, penso sia giusto ricordare il moto popolare del 6 luglio 1866 che fu solo una delle genuine, inequivocabili testimonianze dell’ anelito risorgimentale dei vittoriesi".