Addio a Carlo Piasentin, il nostro poeta
E‘ morto nel pomeriggio di ieri, assistito dai familiari. Con lui si spegne una voce ironica, sensibile e luminosa. Che resterà nell’eco dei suoi versi
| Emanuela Da Ros |
VITTORIO VENETO - E‘ mancato nel pomeriggio di ieri Carlo Piasentin. Il “quasi poeta” come amava definirsi di Vittorio Veneto. Il poeta - in realtà - che attraverso una voce ironica, sensibile, luminosa era riuscito a descrivere (e anticipare) i nostri tempi tumultuosi, contraddittori e spesso paradossali. Usando il dialetto, il verso, le rime per avvicinarci con la musica delle parole a una realtà - a un’attualità - che lui riusciva a guardare con brillante arguzia. E con la lente irriverente dell’umorismo, o della satira.
Autore di diverse raccolte poetiche - le Rimarie, Sén senza cànpo, no vè pi scanpo… - Carlo Piasentin amava considerarsi un Zarlatan de Zeneda. A Ceneda era nato infatti il 22 settembre 1938. Lì aveva trascorso la sua giovinezza, prima di sposarsi con l’amatissima moglie Cosetta - scomparsa qualche anno fa - e di intraprendere la professione di consulente nel settore edile. Dal 2000, dopo essere andato in pensione, si era dedicato alla passione che aveva sempre avuto nel cuore: la scrittura. In particolare la scrittura in versi, anche se aveva firmato anche qualche commedia in dialetto, rappresentata con successo. In un’intervista di qualche anno fa per il Quindicinale - dove teneva una rubrica dal titolo Sotto le rime - aveva spiegato la ragione per cui aveva scelto di definirsi un “quasi poeta”. “L’ho fatto per due motivi- diceva - il primo è che non avendo alle spalle degli studi classici e scrivendo poesie per la maggior parte ironico-satiriche e alle volte sarcastiche, pensavo di non poter raggiungere le vette della vera poesia. Il secondo è che poeti ce ne sono tanti ma “quasi”, credo, solo io.”
Carlo Piasentin oltre a uno straordinario talento per la scrittura in versi aveva l’eleganza del cuore. Persona intelligente, sensibile e generosa sino alla fine ha voluto mantenere vivo e vivido il colloquio coi suoi lettori, rammaricandosi di non poter trovare durante la malattia, che negli ultimi tempi l’aveva costretto a sottoporsi a lunghe terapie, la voce gioiosa che era avvezzo a donare a tutti. Le esequie avranno luogo sabato mattina alle ore 10 nella cattedrale di Ceneda, dove venerdì alle 18 sarà recitato un rosario. Ai familiari le condoglianze affettuose di tutta la redazione di OggiTreviso e del Quindicinale..