Vaccinazione, l’ironia di Piasentin: “Mi spete, ma no vorìe che rivésse al prete”
La poesia del noto scrittore vittoriese
VITTORIO VENETO - La campagna vaccinale contro il Covid è iniziata. E la domanda di tanti anziani, non proprio avvezzi all’uso del computer e alle prenotazioni online, è sempre la stessa: quando tocca a me? Se l’è chiesto anche Carlo Piasentin, scrittore e poeta molto conosciuto a Vittorio Veneto.
“Qualche giorno fa ho inviato tutti i miei dati all’Ulss 2 – racconta -. Mi hanno confermato che i miei dati sono giusti e che verrò chiamato entro il 15 aprile”.
E allora Piasentin, classe 1938, l’ha presa con filosofia: nonostante le due settimane che lo separano dall’agognato vaccino, ha deciso di scrivere una poesia. Con ironia e leggerezza.
Noi abbiamo scelto di pubblicarla: perché in un periodo così “strano”, tragico e intenso anche un sorriso può aiutare.
VACINAZIÓN
Ormai són stórno
i vacini i me gira intórno.
Dal 39 i va par in sù
dal 37 i va par in zò.
Crede de èsser cata.ogà
fra quei che l’é stat scartà
quei che i pol far de mànco
no prodúse e no tién bànco.
Quei pi zóveni i é vacinàdi
tanti de pi vèci za spunciàdi
ma mi chissà parché spéte,
no voríe che rivésse al prete.
Carlo Piasentin