ARTIGIANATO VENETO, IN 2 ANNI PERSI 18 MILA POSTI
Miotto, presidente di Confartigianato Veneto, dice: "sburocratizzare tutto ciò che è possibile”
| Laura Tuveri |
Venezia - In due anni, purtroppo, 18 mila artigiani hanno perso il lavoro. Questo sconfortante dato lo rileva Claudio Miotto, presidente di Confartigianato Veneto, secondo il quale nel 2009 il calo degli artigiani veneti si è accentuato. I dipendenti sono diminuiti del 5,2% sul 2008 (-10.390 posti), che già aveva chiuso con un -3,7%.
In totale, negli ultimi 2 anni il settore ha perso quasi il 9% dei lavoratori pari a 18 mila unità, scendendo a quota 189.410. La ricetta di Miotto è "sburocratizzare tutto ciò che è possibile. Le nostre imprese non possono più permettersi di operare 'controvento'. Bruciamo in burocrazia 15 miliardi l'anno, pari a 1 punto di Pil e, senza inutili pratiche e ritardi, la nostra produttività crescerebbe del + 5,8%".
Nel Veneto sono cessate nel 2009 3.057 aziende (-2,1%). "Il saldo 2009 sul numero dei dipendenti - rileva Miotto - è il peggiore dell'ultimo quinquennio che è stato leggermente positivo solo nel 2007, quando l'occupazione nel comparto aumentò dello 0,3%. Nel 2005 si era perso il 2,6% nel 2006 lo 0,4".
"Il calo - spiega Miotto - è stato forte soprattutto nel manifatturiero con il 6,3%. La crisi ha colpito particolarmente la meccanica che ha perso l'8,7% dei lavoratori, il tessile e abbigliamento (-6,8%), la chimica-ceramica-vetro (- 5,6%) e il legno (-5,2%)". Male anche le costruzioni (-4,8%), che in Veneto 'fanno' il 41% delle imprese artigiane. L'occupazione è stata penalizzata più nell'edilizia (-6,1%) che nell'impiantistica (-3,0%). Il calo nei servizi è stato del 2,1%.
L'unico settore con un saldo attivom per l'occupazione è l'alimentazione con +0,7%. Stazionaria l'autoriparazione, meno 0,1%. Male, o molto male, tutto il resto. Secondo Miotto "é necessario un potenziamento degli incentivi all'occupazione come d'altro canto suggerito dalla Banca Centrale Europea".