ASSEMBLEA GENERALE PER IL CANOVA
Cgil, Cisl e Uil insieme per garantire lo sviluppo economico, le esigenze delle parti nel rispetto delle norme
| Isabella Loschi |
TREVISO - Questa mattina (venerdì 23 settembre) nella Sala d’attesa dell’aeroporto Canova, le Organizzazioni Sindacali Cgil Cisl e Uil di Treviso, hanno tenuto un’assemblea, aperta a tutti i soggetti che hanno competenze e responsabilità dirette nella gestione del sistema aeroportuale, dai lavoratori, ai cittadini, ai rappresentanti delle istituzioni. «Lo scopo è quello di superare le contrapposizioni e individuare soluzioni che tengano insieme le necessità di sviluppo economico della Marca trevigiana e la sostenibilità ambientale e urbanistica dell’area dove è insediato l’Aeroporto Canova» - spiega il segretario generale della Cisl, Franco Lorenzon, anche a nome dei Segretari Generali di Cgil e Uil, presentando l’assemblea.
Da destra Segretari Generali Antonio Confortin Uil, Franco Lorenzon Cisl, Paolino Barbiero Cgil
«Rappresentiamo oggi qui i lavoratori del settore dei trasporti, il settore dei servizi e del commercio, il settore della polizia, dell’edilizia e l’indotto» - sottolinea Lorenzon - «il nostro obiettivo è quello di cercare di appianare le divergenze e mettere insieme, con il supporto delle forze politiche e amministrative locali, le esigenze di tutte le parti coinvolte, per garantire lo sviluppo economico, nel rispetto delle norme e delle leggi vigenti».
Paolino Barbiero, della Cgil, parla della situazione come «un momento di criticità che deve diventare un’occasione per ripensare il futuro non solo dell’economia e del turismo locale ma per una seria e responsabile riqualificazione attraverso un progetto che metta in sicurezza l’aeroporto ma allo stesso tempo mettere a sistema le risorse necessarie per introdurre gli elementi di protezione».
I rappresentanti delle amministrazioni comunali di Quinto e Treviso intervenuti al dibattito, si dicono favorevoli alla riapertura dell’aeroporto, ammettendo gli errori delle amministrazioni che hanno permesso certe costruzioni vicino alla pista, che dovevano essere evitate, ma chiedono delle regole per il benessere dei cittadini e dei limiti sul numero dei voli.
L’ingegnere Simeoni in rappresentanza della società Save AerTre, che gestisce l’aeroporto, condivide con Barbiero, il bisogno di ricercare soluzioni condivise «perché l’aeroporto nasce per il territorio e si sviluppa nel territorio, ma » - aggiunge - «la situazione dannosa che si è venuta a creare è una delle tante prove del motivo per cui il nostro Paese non riesce a crescere», ribadendo che la società con un investimento di 18 milioni di euro va incontro allo sviluppo della regione, creando posti di lavoro. Aggiunge Simeoni alla fine del suo intervento che la società, consapevole del problema acustico a novembre presenterà uno studio di impatto ambientale (SIA) al Ministero dell’Ambiente,come ha fatto per gli interventi di ampliamento.
Molti interventi durante l’assemblea si dicono «preoccupati per la prolungata chiusura dell’aeroporto e l’impossibilità di aspettare fino a gennaio per avere una risposta dal Tar» - come Munari dell’Ascom e Simonato per Unindustria Treviso - «le risorse del turismo sono ridotte al minimo ma stiamo facendo il possibile per non mettere in cassa integrazione i nostri dipendenti». Viene ribadito anche da Giorgio Garatti, presidente del Consorzio di Promozione Turistica di Treviso e Giuliano Rusolen direttore della CNA provinciale l’importanza di questa infrastruttura: «l’aeroporto è una questione strategica, privati di infrastrutture perdiamo competizione», pur rispettando coloro che vogliono la dignità del territorio e dando priorità ai lavoratori direttamente interessati.
«D’accordo sull’importanza strategica del Canova e sul suo necessario utilizzo nel rispetto del territorio» - conferma il segratario generale Confortin - «l'aeroporto Canova non va chiuso», ma tanti ancora i punti di domanda che pone Laura Puppato, Consigliere Regionale, evidenziando come mai non siano state fatte prima le valutazioni ambientali e su come ci si faccia troppo spesso beffa delle norme concepite a tutela di tutti