Beato Toniolo, un anno dopo
Intervista a Savino Pezzotta
PIEVE DI SOLIGO - Lunedì 29 aprile, alle ore 20.30 nell’auditorium comunale Battistella-Moccia della centrale piazza Vittorio Emanuele II, ad un anno esatto dalla beatificazione del grande economista e sociologo cattolico trevigiano Giuseppe Toniolo, è stato organizzato il convegno "Un tempo nuovo per l'economia e la società". L’incontro pubblico è promosso dal Rotary Club Conegliano - Vittorio Veneto insieme al comitato diocesano per la canonizzazione del Toniolo, proprio per confermare l’attualità del pensiero e dell’azione dell’insigne docente sepolto a Pieve.
E’ una riflessione tutta rivolta al presente, “nella stagione della crisi, oltre la crisi che attanaglia e preoccupa le nostre comunità”- come scrivono nella presentazione gli organizzatori dell’evento, convinti che oggi sia tempo “di ritrovare valori e fiducia, di riscoprire visione e progetto, di scommettere talenti, risorse e programmi per un nuovo modello economico e sociale che metta al centro il primato dell’uomo”. L’intervento principale del convegno - che si avvale del contributo del comune di Pieve di Soligo - è affidato a Savino Pezzotta, già segretario generale della Cisl e componente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. Pezzotta in anteprima ha rilasciato un'intervista al nostro quotidiano, rispondendo a domande che sicuramente saranno approfondite nella sua relazione. Seguiranno le comunicazioni di tre personalità significative dell’economia trevigiana, per dare efficacia di idee ed esperienze al tema del “ripartire insieme”, nella vita quotidiana delle persone e del lavoro: Lorenzo Brugnera, presidente della Latteria di Soligo, Enrico Spina, presidente provinciale Confcooperative, e Alessandro Vardanega, presidente provinciale Unindustria.
“Il Beato Toniolo è un sicuro maestro per la modernità, specie in riferimento ai temi del primato dell’etica sull’economia - sottolinea Giuseppe Maset, presidente Rotary Club Conegliano - Vittorio Veneto, che introdurrà la serata coordinata da Marco Zabotti, dell’associazione “Vita Nuova”.
La giornata sarà preceduta domenica 28 aprile, alle ore 18.30, dalla concelebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo Corrado Pizziolo nel Duomo di Pieve di Soligo, dove sarà anche possibile visitare la mostra fotografica dedicata all’illustre docente, promossa e realizzata dall’Azione Cattolica Italiana.
Intervista a Savino Pezzotta (in foto)
Come giudica il momento attuale del laicato cattolico in Italia, anche alla luce della Sua esperienza nel Pontificio Consiglio Giustizia e Pace e della nuova stagione di Papa Francesco? E il Beato Toniolo, come parla nell’attualità economica e sociale? In riferimento al laicato cattolico è opportuno distinguere due gradi settori: a) quello più strettamente impegnato sul piano religioso, come i vari movimenti ecclesiali; b) quello che opera sul versante sociale, ossia quel volontariato impegnato nella dimensione caritatevole e nel cosiddetto terzo settore. Prima di parlare del Toniolo, mi preme ricordare il dato essenziale e di partenza dell'economia, che sta andando molto male. Essa segnala un numero crescente di disoccupati, incidendo maggiormente sui giovani, spesso costretti a scappare all'estero. Da qui una prima conclusione, per evitare possibili grandi equivoci: sono convinto che non potremo tornare come prima, è in atto una trasformazione complessiva all'interno di un quadro inedito e profondo.
Venendo al Toniolo, bisogna sottolineare che è stato un grande interprete del suo tempo, per cui bisogna puntare a cogliere e ad apprendere il metodo, che ha adoperato. Oggi non possiamo giudicare la nostra società con gli occhi della visione cattolica, anche se bisogna salvaguardare il valore della dignità della persona. Toniolo visse il passaggio da una società agricola a quella industriale, caratterizzata da contraddizioni e sofferenza. Ebbene, queste contraddizioni e sofferenze, le viviamo anche oggi, come hanno sottolineato i testi delle ultime encicliche di Benedetto XVI e le recenti parole di Papa Francesco, da cui si può evincere con chiarezza che non ci potrà più essere consumismo e spreco di risorse.
Il ritorno ad un sindacato “unitario” di qualche decennio addietro è solo un sogno, rimane legato al passato? Quali sono gli ostacoli maggiori da rimuovere? Le tre sigle sindacali devono osservare con maggiore attenzione quanto avviene sul piano politico, riflettendo anche sui messaggi del Presidente della Repubblica. Il sindacato non può mantenere le sue divisioni, deve assumersi la responsabilità di pungolare e stimolare la politica. Rimanere l'un contro l'altro significa non riuscire a incidere sul sistema.
Nell’ultimo saggio “Il declino del Vaticano”, l’autore, Massimo Franco, propone di “riformulare i paradigmi della presenza dei cattolici in politica, di porsi il problema della classe dirigente”. Come vede la presenza dei cattolici oggi in questo ambito, dopo anche l’ultima bocciatura di Marini e Prodi alla Presidenza della Repubblica?
I cattolici devono rendersi conto che sono una grande minoranza. La prima esigenza rimane quella della trasmissione della fede, su cui si riflette poco. Il loro obiettivo principale deve essere quello di fare incontrare le nuove generazioni con Gesù Cristo. E' giusto preoccuparsi della politica, ma non è possibile ricreare il passato. In sintonia con l'azione di tutta la Chiesa, bisogna creare solidarietà tra i dirigenti politici, che devono guardare con maggiore interesse al sentimento etico. Per dare slancio bisogna fare memoria e conoscenza di alcuni protagonisti, tra i quali mi limito a citare De Gasperi, Moro e Martini. Bisogna ripartire, ri-iniziare da loro, ripensando i in profondità questi nostri tempi diversi.
Per completare il quadro del convegno, OggiTreviso domani pubblicherà l'intervista a Diego Grando, che, in qualità di presidente Ac diocesana, è uno dei tre coordinatori del comitato per la santificazione di Giuseppe Toniolo, insieme a mons. Giuseppe Nadal e Francesca Zabotti