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18 ottobre 2024

Treviso

"La bellezza salverà il mondo"

Il 6 e il 7 maggio, a Treviso il "Festival della bellezza"

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

TREVISO - "La bellezza salverà il mondo" diceva Dostoevskij. E la marca, di essere salvata, ne ha davvero bisogno. Arriva a Treviso la seconda edizione del 'Festival della bellezza' il 6 e 7 maggio, sviluppato quest'anno su un'analisi del Bello e il suo rapporto con il Sacro. Nella prima edizione tema dominante era il Kalos-Gotha dal titolo Kalokagathos che rappresenta la celebre crasi che unisce il bello e il buono. Si è analizzato il concetto di bellezza di un uomo, dell'uomo bello, e di bontà dell'uomo che vive fino in fondo ciò che è. Ciò non esclude che si possa parlare anche di una bellezza sensibile delle forme, della scultura, dell' architettura, o della parola del poeta: la bellezza sensibile è anzi ricercata e acclamata come perfetta armonia, corrispondenza delle parti. Ma tale riconoscimento non ci rinvia ad una settoriale bellezza sensibile dell'arte separata della vita: è la crasi del kalokagathos ad impedircelo, è la Grecia tutta a negare la separabilità del bello dalla vita nel suo insieme, dalle azioni del quotidiano, dalla polis.

 

In questo ambito, e tenendo anche conto che un territorio debba alimentarsi di chi lavora alla costruzione del Bello (e dunque di chi rappresenta il gotha dei costruttori del bello) si è collocata la concezione del Festival a Treviso. Se si considera l'arte come forma di comunicazione la ristorazione (il festival ha tra i promotori l'Istituto Alberghiero) è sicuramente una espressione artistica esistente. Come infatti amava scrivere il pittore Gino Severini nell'arte come tale, qualunque sia il suo oggetto si svela sempre il "mistero dell'essere". E anche al di là delle intenzioni soggettive dell'artista, al di là delle sue sempre mutevoli opinioni. Al di là dell'uomo, l'arte - dice Severini e insieme a lui il filosofo Edoardo Mirri, è un 'dono' o una 'grazia'. Con un tale concetto ci si colloca in una tradizione di pensiero veramente illustre, che potrebbe anche dirsi 'aristocratico' perché alla parola venisse tolto quell'odioso 'kratos' che la pone nell'ambito del gareggiare 'umano troppo umano' in 'potenza'.

 

Una tradizione che risale fino a Platone, al suo paragone del poeta con il pezzo di ferro che riceve dalla magnetica 'pietra eraclea' la forza di attrarre a sua volta, o anche e soprattutto alla sua definizione dell'arte come 'divina follia' (al pari dell'amore, della religione e della filosofia) dalla quale 'i beni piu' grandi provengono all'uomò appunto perché 'dono divino'.

 

Le due giornate vedranno il confronto di docenti universitari, di chef e di imprenditori che hanno creato veri brand centrati sulla 'bellezza' dei prodotti. Presente anche Vittorio Sgarbi.

 



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Stefania De Bastiani

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