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19 dicembre 2024

Cronaca

Bestemmie e pesanti insulti razzisti al medico del Pronto soccorso per il colore della sua pelle

Un episodio di una violenza verbale inaudita. Chiamato in causa anche Zaia: “Il razzismo un’onta sociale” - L'AUDIO

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

Andi Nganso

LIGNANO – Quanto accaduto al dottor Andi Nganso, un medico che lavora al Pronto soccorso di Lignano è a dir poco inaudito. Un paziente lo ha coperto d’insulti a sfondo razzista, per il colore della sua pelle: il medico è di origine camerunese e vive in Italia da 16 anni. L’audio dell’accaduto è stato divulgato nei social suscitando l’indignazione di molti. Il paziente tra bestemmie e insulti ha chiamando in causa anche il presidente della Regione Luca Zaia: “Ne*ro di merd*, se lo sa Zaia ti salta in cul*”.

Un fatto grave che ha indotto il presidente del Veneto a dichiarare: “Se un cittadino va in giro facendo il nome del Presidente della sua regione non significa che sia legittimato a parlare in nome e per conto del Presidente della sua regione. Soprattutto con simili affermazioni. Io ripudio nel modo più totale ogni forma di razzismo e di violenza sia verbale che fisica. Considero il razzismo un’onta sociale. A questo medico va tutta la mia solidarietà e spero anche che venga fatta chiarezza fino in fondo su questa vicenda”, conclude il Governatore.

Ma ecco quanto racconta il dottor Andi Nganso:

“Nella notte del 17 agosto 2022, mentre ero di turno al Punto di Primo Intervento di Lignano, ho subito la violenza verbale razzista più feroce della mia vita e ho deciso, di concerto con il mio legale, di sporgere denuncia.

Voglio poter condividere che la necessità di farlo non è legata al desiderio di una giustizia unicamente personale, ma è l’esigenza di manifestare un atto di resistenza ad un odio e ad un razzismo che non solo esistono in questo Paese ma che si fanno forti quando la prossimità di un appuntamento elettorale suggerisce che certe posizioni saranno tutelate.

Il mio aggressore ha spesso citato il Presidente Zaia, suggerendo che il Presidente della sua regione, il Veneto, mi avrebbe “eliminato”; rimozione forzosa di un corpo, di una persona e di un’umanitá (la mia) definita più volte sporca e schifosa.

In questo Paese la politica dovrebbe realizzare e prendere consapevolezza delle conseguenze delle proprie retoriche ma l’assenza continua ad essere trasversale. Nessuno dei leader della politica nazionale era a Civitanova Marche per chiedere giustizia per Alika, nessuno sarà domani a fare picchetto davanti la piscina di Asti dove le famiglie nere vengono segregate e tenute fuori. Nessuno domani sarà a Lignano.

Oggi sarebbe importante che tutti loro, che hanno da sempre galleggiato sul sentimento razzista di questo Paese, o che sono responsabile di timido e ipocrita antirazzismo decidessero di prendere una posizione definitiva sulla questione, affrontando con più serietà e dignità le questioni annesse a questa endemizzazione del razzismo in Italia.

Le aggressioni (verbali e fisiche) nei confronti di soggetti neri in questo Paese stanno aumentando e, per tutti noi ormai, il timore di essere il prossimo Alika (brutalmente soffocato in piena luce) è sempre più reale”.


L’audio dell’aggressione verbale al medico

 


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Ingrid Feltrin Jefwa

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