Cantare 'Bella ciao' il 25 aprile? A Castelfranco qualcuno si oppone
Il gruppo "Castelfranco merita" riporta l'assenza dell'inno simbolo dell'antifascismo e punta il dito contro "qualche gerarchetto" che sovrintende le celebrazioni del 25 aprile.
CASTELFRANCO - Può una canzone come “Bella ciao” essere ancora percepita come divisa nel nostro Paese? Sebbene molto probabilmente non diffusa tra i partigiani, questa canzone è divenuta un inno universale di libertà e di lotta alla tirannia, intonata dalla Francia alla Turchia, e recentemente anche in Ucraina.
Tuttavia in Italia sembra essere vista ancora come eccessivamente politicizzata, come emerge da un episodio avvenuto il 25 aprile a Castelfranco. A riportare la notizia è il gruppo consigliare di opposizione “Castelfranco merita”, che ricorda come durante il corteo che ha accompagnato l’alzabandiera al Cippo e la deposizione di corone d’alloro ai monumenti ai Caduti, la banda degli Alpini eseguiva diverse marce e canzoni legate alla Grande Guerra, da “La canzone del Piave” a quella dedicata al Monte Grappa.
Diversi esponenti di “Castelfranco merita”, che partecipavano alla manifestazione, hanno colto l’occasione per cantare quella che è divenuta la canzone-simbolo della Resistenza: “Spontaneamente noi che eravamo in corteo abbiamo intonato ‘Bella ciao’ e tantissime persone si sono unite al coro, mentre la banda taceva. Hanno atteso che avessimo finito di cantarla tutta prima di riprendere il percorso”.
Un silenzio che fa rumore e che ha lasciato un’eco di rammarico. Pur sottolineando grande rispetto verso il corpo degli Alpini, secondo “Castelfranco merita” dietro la scelta di non suonare “Bella ciao” si cela un regista neanche troppo oscuro. “Questa storia che il 25 aprile a Castelfranco è governato da qualche gerarchetto con il cappello da alpino (ovviamente abbiamo grande rispetto per gli Alpini) deve proprio finire e quindi davanti alla lapide dei tre giovani partigiani impiccati [in via XXIX aprile ndA] va intonata ‘Bella ciao’!” dichiarano dal gruppo.
Secondo “Castelfranco merita”, la migliore risposta a coloro che cercano di far dimenticare questo inno di liberà è arrivato dal lavoro dei giovani studenti e studentesse che, guidati dai loro insegnanti, hanno realizzato lavori in memoria della Resistenza e contro tutte le guerre, venendo premiati nel concorso intitolato a Tina Anselmi. Cerimonia in cui Amerigo Manesso, presidente di Istresco (Istituto per la storia della Resistenza e della Società Contemporanea della Marca Trevigiana), ha richiamato la cittadinanza ai valori della democrazia, della libertà e dell'antifascismo.