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18 aprile 2024

Treviso

CAOS PARCO DEL SILE: PER PETTENA' E' UN CARROZZONE DA SFORBICIARE

E intanto la Regione l'ha messo sotto inchiesta

| Mauro Favaro |

| Mauro Favaro |

CAOS PARCO DEL SILE: PER PETTENA' E' UN CARROZZONE DA SFORBICIARE

TREVISO – “Impensabile andare avanti con un presidente, sei membri del comitato esecutivo e addirittura quaranta consiglieri per votare due volte l'anno: il Parco del Sile dovrebbe essere guidato al massimo da un responsabile nominato dalla Regione, aiutato da due o tre sindaci”.

Non ha dubbi Fulvio Pettenà, ex numero uno dell'ente e ora rappresentante del Sant'Artemio in consiglio: l'attuale sistema di governo del parco deve essere spazzato via per far posto a “una struttura più snella e agile”. Obiettivo, questo, della nuova legge sui parchi che la Regione dovrebbe approvare a breve.

Nel frattempo, però, le acque del Sile sono tutt'altro che tranquille. Soprattutto quelle che scorrono dietro via Tandura, sede dell'ente decapitato dopo le inaspettate dimissioni del presidente Alberto Magaton e dell'”assessore” Dimitri Coin, arrivate poco dopo l'elezione alla guida della Lega provinciale di Giorgio Granello contro lo stesso Coin. Regolamenti di conti tra bossiani e maroniani? Sarà.

Quel che è certo è che ora la Regione ha messo sotto inchiesta il Parco per avere chiarimenti sulla sua gestione. Anche perché, oltre alla grana politica, c'è pure quella burocratica. L'ente, infatti, nonostante le scadenze, non avrebbe inviato a Venezia tutti gli atti adottati. A cominciare da quelli relativi alla nomina del direttore generale, ruolo attualmente coperto da Stefano Bucci.

Tanto che le opposizioni in Provincia, Sel, Pd e Udc, hanno chiesto già conto ai 5 rappresentanti del Sant'Artemio in via Tandura, tra cui lo stesso Pettenà, per capire cosa stia succedendo all'interno del Parco. “Niente di straordinario: la Regione ha chiesto chiarimenti e il Parco ha già risposto, ora si vedrà – chiude l'ex presidente – per quanto riguarda le dimissioni bisogna chiedere ai diretti interessati: certo è una strana coincidenza che dopo 4 anni e 8 mesi abbiano mollato quando ormai non mancano che 4 mesi alla fine del mandato”.

 


| modificato il:

Mauro Favaro

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