IL CARDIOCHIRURGO VALFRE’ E’ ANDATO IN PENSIONE
Era una figura di spicco a livello internazionale. Ha fatto grande la Cardiochirurgia del Ca’ Foncello
| Laura Tuveri |
Treviso - Era a capo della Cardiochirurgia del Ca’ Foncello di Treviso dal 1985. Ora per il dr. Carlo Valfrè è arrivato il momento di godersi la pensione. E’ stato un medico di fama internazionale che ha portato il reparto trevigiano a riconosciuti traguardi di eccellenza. Nel periodo della sua direzione sono stati effettuati oltre 12 mila interventi di cui almeno 10 mila in circolazione extracorporea.
Dal 2007 era anche direttore del Dipartimento Cardiovascolare. “Salutiamo una figura simbolo degli ultimi decenni della nostra azienda – sottolinea Claudio Dario, direttore generale dell’Ulss 9 -. L’affermazione della Cardiochirurgia del nostro ospedale in questi anni è stata uno degli elementi di punta nel riconoscimento dell’eccellenza del modello sanitario trevigiano.
Il reparto guidato da Valfrè è uno di quelli che hanno traghettato le nostre strutture dal riconoscimento a livello regionale a quello nazionale e internazionale. Esprimo a lui tutta la gratitudine dell’Azienda e, penso di poterlo dire, di tutti coloro che in questi anni hanno trovato una risposta qualificata ed efficiente nella soluzione ai loro problemi e in nuove prospettive di salute”.
Originario di Treviso, il dr. Valfrè si è laureato nel 1968 all’Università di Padova nel cui Policlinico ha iniziato la professione di cardiochirurgo sotto la direzione dei professori Cevese e Gallucci, lavorando per un anno anche negli Stati Uniti presso l’Università dell’Alabama Birmingham.
Ritornato 25 anni fa nella sua città, si è espresso in molteplici campi della Cardiochirurgia con una casistica personale di migliaia di interventi dalla protezione miocardica alla chirurgia ripartiva della mitrale, a quella conservativa della valvola aortica, producendo, inoltre, 150 pubblicazioni scientifiche. Specialista in Chirurgia generale, in Chirurgia Cardiovascolare, in Cardiologia, in Chirurgia Toracica è stato uno dei protagonisti del primo trapianto di cuore in Italia.
Tra le migliaia di interventi, inoltre, vanta numerose procedure di impianto di innesti aortici da donatore, grazie alla Banca dei tessuti di Treviso creata nel 1992 in memoria del primo donatore di cuore battente in Italia – un ragazzo trevigiano, Francesco Busnello – e oggi punto di riferimento internazionale. Ha svolto anche una importante attività nell’impiego di materiali biologici ottenuti con metodi di ingegneria cellulare.