CASELLO DI LEVADA: E' ILLEGITTIMO
I residenti vincono il ricorso al Consiglio di Stato
| Milvana Citter |
Godega Sant’Urbano - Ci sono voluti quasi tre anni, decine di incontri e mobilitazioni, centinaia di cartelli e tante ore passate a protestare in strada con la mascherina antismog sul volto. E c’è voluta soprattutto tanta pazienza, per sopportare le accuse di essere dei sovversivi o la derisione di chi era convinto lottassero contro i mulini a vento.
Ma a quasi tre anni dal settembre 2006, i Comitati dei genitori e dei residenti di Pianzano hanno visto riconosciute le proprie ragioni. Il Consiglio di Stato ha, infatti, accolto il ricorso presentato dall’amministrazione comunale guidata da Alessandro Bonet, contro l’apertura del casello di Levada senza che le opere di adduzione fossero state completate. Apertura che Autovie ha effettuato proprio nel settembre di tre anni fa, contro il parere dei sindaci dei comuni sui quali scorre l’autostrada.
Una sentenza che ribalta il parere negativo espresso in primo grado dal Tar sulla causa presentata dall’allora sindaco Donatella Santambrogio. Nel ricorso si chiede la chiusura del casello, ritenuta illegittima in quanto effettuata non rispettando gli accordi sottoscritti che prevedevano l’apertura contestuale di casello ed opere di adduzione. Per opere di adduzione si intende soprattutto la bretella alla strada provinciale 41 per la quale sono appena stati affidati i lavori e che non sarà ultimata prima della fine del 2010.
Soddisfatto ma cauto il sindaco Bonet che prima di entrare nel merito della sentenza preferisce leggere bene tutte le carte: “L’unico commento che mi sento di fare al momento è che la giustizia ha fatto il suo corso e che come amministrazione ci atterremo alle decisioni del Consiglio di Stato”.
Grande soddisfazione ed entusiasmo, invece, fra i genitori e i residenti di Pianzano che in questi anni si sono battuti in prima persona per vedere riconosciute le proprie ragioni: “Dire che siamo strafelici – spiega Maurizio Doimo del Comitato Genitori -, è dire poco. In questi anni tutto quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto per questo obiettivo. Il Consiglio di Stato con questa sentenza ha dimostrato che le nostre proteste, le raccolte firme e la mobilitazione non erano fondate solo su presupposti oggettivi ma di legge. Ci siamo mossi sempre e solo nella legalità e alla fine abbiamo avuto ragione. Certo con questo risultato, appare ancora più strano il parere negativo dato in prima battuta dal Tar”.
Una battaglia lunga la loro ma contrassegnata da tante piccole conferme. “Non è stato facile, ci hanno spesso accusato di essere dei sovversivi, di essere contro l’amministrazione mentre eravamo solamente genitori e cittadini preoccupati per la salute propria e dei propri figli. Però passo dopo passo abbiamo ottenuto sempre qualcosa di più: prima gli interventi viari con i semafori, i divieti e la cartellonistica. Poi, dopo la tragedia della morte di Luca Ballarin (il 13enne investito in via Sant’Urbano mentre andava a scuola), con una petizione di oltre mille firme ed una lettera inviata anche al Presidente della Repubblica abbiamo ottenuto l’attenzione del Ministero dell’Ambiente che ha aperto un’inchiesta e la presentazione di interpellanze in consiglio regionale e discussioni, che sono già calendarizzate, presso la Camera e il Senato. Oggi questa sentenza dà ancora più forza alla nostra voce”.
Il momento per tirare un sospiro di sollievo però non è ancora arrivato, i Comitati per farlo aspettano che lo svincolo sia davvero chiuso: “Non sappiamo cosa succederà adesso, ciò che speriamo è chiaramente che la sentenza sia applicata velocemente e che si chiuda il casello. Dopodichè auspichiamo che, visto il parere del Consiglio di Stato, l’amministrazione abbia gli elementi per chiedere anche il risarcimento danni per i disagi subiti in questi tre anni e che l’eventuale somma ottenuta sia utilizzata per la popolazione”.
Nella foto: una delle prime proteste dei pianzanesi, a ottobre del 2006