"Castelfranco è diventata una succursale di Bassano?"
A chiederlo sono i consiglieri comunali di Castelfranco Merita riferendosi all'ipotesi di un Tribunale a Bassano
CASTELFRANCO - "Incredibile: il Presidente della Provincia di Treviso, nonché Sindaco di Castelfranco Veneto, vuole indebolire la sua provincia, sconvolgere la vita di imprese, lavoratori autonomi, cittadini, aggregando Castelfranco Veneto a Bassano del Grappa. Noi non ci stiamo. Il Sindaco non ha argomenti a suo favore. Non gli resta che definire i consiglieri di Castelfranco Merita, quindi anche il Partito Democratico, “branco di bulli, lupi” (stando a quanto riportano alcuni giornali). Forse se ne intende, frequentando con i suoi accoliti. L’occasione per indebolire la provincia di Treviso è data dalla richiesta dei Bassanesi di riavere il Tribunale e la Città di Castelfranco Veneto si dice pronta a servirsi di Bassano anziché di Treviso, intanto per ogni questione che riguardi il Tribunale e poi, magari in seguito, anche per altri affari". Inizia così il comunicato diffuso dalla coalizione Castelfranco Merita e sottoscritto dai consiglieri comunali Sebastiano Sartoretto, Alessandro Boldo, Gianni Fiscon, Claudio Beltramello e Nazzareno Bolzon.
La questione del Tribunale è stata illustrata dal leader di Castelfranco Merita e consigliere del Partito Democratico Sebastiano Sartoretto nell'utimo e recente consiglio comunale. "La questione del Tribunale di Bassano nasce nel 2012 quando con una legge dello stato viene riformata la sede dei tribunali: ne venne diminuito il numero, facendoli coincidere con il capoluogo di provincia, e vennero eliminate tutte le sedi distaccate. Venne quindi soppresso il tribunale di Bassano, che allora costituiva una anomalia perché il Veneto aveva e ha 7 provincie e aveva allora 8 tribunali, cosa che si verificava anche in altre regioni italiane. Ci fu allora una sollevazione perché Bassano veniva dall’aver appena terminato la nuova sede del tribunale, con un rilevante sforzo economico del Comune di oltre 10 milioni di euro. Da allora iniziò una battaglia che Bassano e un paio di anni dopo, quando le cose si sono consolidate, la questione venne anche nel consiglio comunale di Castelfranco in cui venne discussa il 18.12.2015: la maggioranza (il mio gruppo votò contro) votò a favore di un odg in cui veniva anche elencata la nuova circoscrizione dei comuni afferenti al tribunale di Bassano, che comprendeva Castelfranco, Vedelago e altri Comuni, ma con evidenti anomalie, perché Caerano andava con Bassano e Montebelluna restava con Treviso. Sostanzialmente vedeva la spaccatura in 2 della provincia di Treviso.
Lo stesso giorno 18.12.2015 si riunì la Commissione Prima della Provincia di Treviso alla quale venne proposto, perché andasse poi in Consiglio Provinciale, lo stesso odg che veniva proposto in consiglio comunale a Castelfranco. Ci furono notevoli discussioni in quella commissione, provenienti, oltre che dalla opposizione, soprattutto dalla stessa maggioranza, dove più di un consigliere, compreso l’avv. Bonotto, espressero la loro perplessità sul documento. Il provvedimento arrivò il consiglio provinciale il 23.12 e nel corso della discussione il presidente di allora Muraro si accorse che non c’era la maggioranza in aula perché potesse passare e fu fatto un gentlemen agreement per cui propose di consultare le categorie interessate. Il 10.2.2016, un mese e mezzo dopo, si riunì la Commissione Prima con la presenza dei presidenti degli ordini degli avvocati di Treviso e di Bassano, un consigliere del consiglio provinciale di Vicenza e altri in rappresentanza dei soggetti economici. Ci fu una discussione serrata per cui da parte mia, da parte del senatore Conte, consigliere provinciale, e di altri spiegammo in maniera puntuale perché non poteva essere approvato quel provvedimento e quale danno avrebbe procurato alle categorie economiche la spaccatura in due della provincia di Treviso. Dopo quella discussione la Provincia di Treviso non porto più in discussione questo argomento e si chiuse questa vicenda senza che ci fosse il voto del consiglio e senza che fosse stata approvata alcuna delibera".
Una vicenda quindi datata e articolata, 8 anni sono passati da allora e 10 anni dalla soppressione del tribunale di Bassano e le cose si sono oramai consolidate. Perché si torna quindi a parlarne, ecco cosa ne pensano i consiglieri comunali: "Ogni 5 anni ci sono le elezioni e Bassano non ha mai abbandonato l’idea del tribunale, battezzato dal presidente del Veneto Luca Zaia “della Pedemontana”, vuole evocare questo nome forse sperando che porti un po’ di traffico alla strada pedemontana. Dopo tanto tempo si tenta di nuovo di introdurre la nuova istituzione del tribunale di Bassano. Nel merito, capisco che i bassanesi e soprattutto l’area di montagna della provincia di Vicenza abbia un interesse a dire che è meglio Bassano rispetto a andare a Vicenza. Se passerà un nuovo ampliamento dei tribunali, cosa di cui dubito fortemente, sostengono una causa che per quei territori può avere un senso. Diverso però è se, a spizzichi e bocconi del territorio delle 3 province di Padova, Vicenza e Treviso, andiamo a mettere insieme comuni che vanno da Cittadella a Castelfranco a Monfumo a Pederobba a Vedelago per creare un bacino di utenza di 450000 abitanti per cui si giustifica l’istituzione del nuovo tribunale. Infatti non si tiene che tale istituzione verrebbe fatta a cosiddetto “saldo zero” e cioè si costituirebbe il nuovo tribunale dotandolo di personale che si va a sottrarre ai 3 tribunale di Treviso, Padova e Vicenza. Se oggi le categorie economiche si lamentano che i tempi delle cause in questi tribunali sono molti lunghi (anche se non sempre è così, perché si tenta di farle funzionare grazie anche al nuovo sistema della giustizia telematica) con la riduzione del personale in quei 3 tribunale si manda ancora più in sofferenza il sistema".
Ciò detto va precisato che i tre presidenti degli ordini degli avvocati di Treviso, Padova e Vicenza hanno sottoscritto una lettera aperta in cui spiegano in maniera puntuale perché è incongruente arrivare a istituire il tribunale di Bassano. Sebastiano Sartoretto quindi prosegue: "Io capisco le ragioni dei bassanesi, ma per quanto riguarda Treviso è folle pensare di spaccare in due la provincia per creare il nuovo bacino di utenza del tribunale di Bassano. È follia perché vorrebbe dire che, mentre tutti i servizi (Inps, Inail, Entrate, Camera di Commercio, Prefettura, forze di polizia, conservatoria dei registri immobiliari) afferiscono alla provincia di Treviso, gli atti dovrebbero poi transitare per il tribunale di Bassano. Non ha senso che noi della Castellana andiamo a dire che Castelfranco, Vedelago (che certamente è più vicino a Treviso che non a Bassano), Caerano stiamo meglio ad avere a che fare con servizi a Treviso e Tribunale a Bassano. Nel frattempo qualcuno ha cambiato idea, come Resana e Maser che adesso non ci stanno. Invece Montebelluna, come sempre, resta con Treviso, sebbene che ci sia contiguità tra i territori comunali di Castelfranco e Montebelluna. Ritengo che sia una cosa gravissima che Castelfranco come comune capofila voglia convergere e far convergere altri comuni sul tribunale di Bassano, si rischia di fare un danno enorme alla comunità e alle categorie economiche castellane.
Sarebbe una inaccettabile forzatura, per sostenere l’istituzione del tribunale di Bassano del Grappa, spaccare in due la Provincia di Treviso facendo confluire una serie di comuni trevigiani nell’ambito della nuova circoscrizione del tribunale di Bassano. Tale forzatura appare ancora più evidente nell’ipotesi in cui la Castellana venisse inserita nel territorio di competenza del nuovo tribunale sganciandola quindi dalla provincia di TV con una scelta inopportuna da un punto di vista amministrativo, organizzativo e politico che causerebbe inefficienze anziché una auspicata maggiore efficienza dell’amministrazione della giustizia. Se viene istituito il nuovo tribunale, viene fatto a saldo zero, per cui viene tolto personale dai tribunali di Vicenza, Padova e Treviso per trasferirlo a Bassano. Questo comporta dei disagi enormi agli utenti, non tanto agli avvocati, perché l’avvocato che fa civile si muove oramai tutto in maniera telematica, solo nel penale ci vuole la presenza fisica ma anche lì molte cose per gli avvocati si fanno telematicamente, per cui il disagio ce l’ha solo il cittadino. Se un passo si deve fare, è bene dire al Ministero della Giustizia che copra i posti vacanti che ci sono".