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04 gennaio 2025

Vittorio Veneto

Castro silurato: "Sono fuori moda"

Intervista al senatore Pdl. Che crede nella Chiesa e, nonstante tutto, nella politica

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

Castro silurato:

VITTORIO VENETO - Silurato dal suo stesso partito che non l’ha ricandidato nella lista del Senato per le prossime elezioni politiche di febbraio, il senatore vittoriese del Pdl Maurizio Castro, con un passato di manager di successo, ma anche di docente universitario, a capo fino a pochi mesi anche della segreteria provinciale del Popolo della Libertà, spiega che “forse a Roma i vertici del Pdl non mi amano perché rappresento la cultura tradizionale e comunitaria che oggi non va più di moda.

 

a Roma non mi amano perché rappresento la cultura che oggi non va di moda

Per uscirne dobbiamo trovare una via neoguelfa. Mancano temi valoriali forti, a causa dei danni del ceto intellettuale italiano e della televisione. La Chiesa può rappresentare un punto di riferimento in questo momento”.

 

La Chiesa punto di riferimento

Per Castro una batosta difficile da digerire, dopo un primo mandato a Roma come senatore, e con un curriculum di tutto rispetto. In lista invece l’ex ministro Maurizio Sacconi, amico di Castro.

 

Chi l’ha fatta fuori? Magari i sernaggiottiani veneti che in questo momento sono maggioritari?

Escluso che sia stata questa compagine del partito perché a Roma non incidono. Sono solo scelte nazionali, dipende dai criteri adottati a Roma dai vertici del partito che nelle candidature hanno fatto delle scelte basandosi su alcuni fattori come quello di non rappresentare nelle liste il collegamento impresa-lavoro, tagliare gli ex An (da cui Castro proviene), facendoli passare dal 30 per cento del 2008 allo 0.3 per cento attuale, penalizzando il Pdl di Treviso che è diventato periferico rispetto a Padova, e penalizzando anche chi ha lavorato per il progetto Italia Popolare per dare un’anima ai valori dei moderati.

 

Cosa ha dunque di impresentabile da non essere scelto?

Credo di essere totalmente presentabile per competenze, radicamento territoriale, efficienza e onestà. Basta considerare che al Senato ho avuto il 99 per cento di presenze, il 100 per cento in commissione lavoro e come relatore di tre importanti riforme sul lavoro.

 

Se la chiamassero a Roma per un incarico ci andrebbe?

Dopo 5 anni da senatore, a 58 anni, con un patrimonio di esperienze accumulato non sono arrabbiato con la politica. Rimango a servizio della mia comunità e se mi chiamassero a Roma per un incarico sono a disposizione. Sono stato consulente dei governi Ciampi, D’Alema, Berlusconi.

 

Un pronostico per le prossime politiche?

Alla Camera credo vinca il centro sinistra, al Senato la vedo molto difficile per cui si andrà alla fine ad un governo di emergenza. Credo che il centro destra potrebbe vincere in Lombardia, Veneto e Sicilia.

 

Le piace Monti?

Quello della campagna elettorale poco. Anziché intestarsi la rappresentanza dei moderati ha preferito trovare un accordo con la sinistra.

 

Della sua esperienza parlamentare che giudizio dà?

In Parlamento si lavora anche se si pensa il contrario. Io in questi anni ho lavorato molto. Certo fare le riforme è molto difficile. Da anni dico che ci vorrebbe un’assemblea costituente con un mandato di 12-18 mesi e rappresentata da 300-350 persone al lavoro. Non siamo in un’emergenza diversa da quella del ’46.

 

La sua esclusione dalle liste come è stata presa?

Tra le tante telefonate di questi giorni, una in particolare mi ha fatto molto piacere, quella di Toni Da Re, sindaco di Vittorio Veneto, che mi ha manifestato dispiacere per la mia non ricandidatura. Io e Da Re in questi anni siamo stati guerrieri veri, e tra di noi c’è reciproca stima. Se si pensa allo scontro tra noi due e quello in atto tra Granello e Chies, lì il duello è veramente triste.

 

Il ridimensionamento del 1 Fod di Vittorio Veneto, per il quale lei è anche intervenuto in cerca di una soluzione positiva, è tracciato?

Stanno commettendo un errore folle. E’ stato tagliato senza motivo. Vittorio Veneto verrebbe privata di una tradizione militare italiana. Spero che il nuovo governo si ravveda.

 

Castro, diplomato al liceo classico Flaminio di Vittorio Veneto, laureato in giurisprudenza a Padova, amante delle buone letture e scrittore, è l’autore del libro autobiografico “Piazze, fabbriche, palazzi”, che uscirà in febbraio, nel quale racconta tutta la sua vita da militante, manager, politico.

 


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