VIDOR – “Omicidio volontario” è questo il capo d’imputazione, per ora a carico d’ignoti, verso il quale è orientato il sostituto procuratore Giovanni Valmassoi, titolare dell’inchiesta dopo l’esame autoptico sul corpo di Alex Marangon, 25 anni di Marcon trovato morto sul greto del Piave a Ciano del Montello dopo un fine settimana trascorso all’abbazia di Vidor dove si teneva un ritiro sciamanico. Le ferite rinvenute sul corpo non sarebbero infatti attribuibili a una caduta ma a una colluttazione particolarmente violenta: diversi il colpi inferti alla testa e all’addome, tutte ferite riconducibili a prima che Alex morisse; quindi, il corpo esanime è finito successivamente nel fiume, forse gettato dall’aggressore o caduto durante l'aggressione.

I genitori, così come avevano già fato nel corso della trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?” hanno nuovamente chiesto che chi ha visto parli, strappando il velo di omertà che fin dall’iniziale scomparsa del giovane di Marcon ha di fatto caratterizzato l’intera vicenda. Alcuni partecipanti al ritiro sciamanico nell’abbazia a Vidor, infatti, si sono dileguati ancor prima che il corpo del giovane venisse rinvenuto, dopo due giorni di ricerche, e qualcuno era partito prima ancora della denuncia di scomparsa. Cosa sia successo quella notte maledetta è ancora un mistero e in paese c’è chi punta il dito sulle pratiche che venivano fatte nei ritiri in abbazia ma si tratta, per ora, solo d’illazioni mosse dallo shock che il delitto ha provocato. Gli inquirenti, intanto, stanno indagando senza sosta per rispondere alla domanda: chi ha ucciso Alex?
 

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