Ci ha lasciati lo scrittore, poeta e regista Nico Naldini
Con lui si chiude l'epoca dei grandi letterati del Novecento tra i quali Giovanni Comisso, Goffredo Parise e Pier Paolo Pasolini, di cui era cugino
| Lieta Zanatta |
E' mancato ieri lo scrittore, poeta e regista Domenico “Nico” Naldini.
Una grande perdita per il mondo culturale italiano e non solo, perché con la sua figura scompare definitivamente quel vivace e irripetibile ambiente letterario che è stato il nervo della Piccola Atene, la Treviso nel corso del '900, dove campeggiavano i nomi di Giovanni Comisso, Goffredo Parise, Andrea Zanzotto e molti altri, amici con i quali ha diviso intensi momenti di vita.
Nato a Casarsa della Delizia il primo marzo 1929, da anni viveva molto spartanamente in una casa a Santa Bona a Treviso, dove erano a pile e sparpagliati ovunque i tanti libri di cui si nutriva. Sempre molto vitale, da più di un anno, a causa di una caduta, non si era più ripreso e si era ritirato mestamente nella malattia, sino a consumarsi. Fino ad oggi, quando è spirato alla presenza della signora marocchina che lo accudiva come fosse un figlio, e dell'amico friulano Angelo Battel.
Una figura immensa, uomo di cultura sterminata e dal carattere tutt'altro che facile, molto schietto e diretto, ma dal cuore buono e generoso, come testimoniano in queste ore le persone che gli sono state vicine negli ultimi anni.
La sua carriera letteraria parte nel 1948 con Pier Paolo Pasolini, del quale era cugino in quanto le madri erano sorelle, che aveva fatto pubblicare tramite l'Academiuta di lenga furlana i suoi versi in friulano “Seris par un frut”, anche se i suoi primi poemi furono pubblicati nel 1944 sullo “Stroligut”.
Segue nel 1958 “Un vento smarrito e gentile” per l'editore e letterato Vanni Sheiwiller.
Dal 1980 le sue pubblicazioni aumentano, ad iniziare dal lavoro condotto assieme al poeta Andrea Zanzotto sul volume di Pasolini “Poesie e pagine ritrovate”. Lavora ancora con Zanzotto nel 1984, incentrandone dei dialoghi nel volume “Nei campi del Friuli. La giovinezza di Pasolini” che gli valsero il Premio Nonino nel 1985.
In quegli anni pubblica anche “La vita e le lettere di Giacomo Leopardi” e “Veneto felice di Giovanni Comisso”. Dell'amico Comisso Naldini ha scritto per Einaudi “La vita” finalista al Premio Strega. Del 1989 è la biografia su Pasolini mentre nel 1990 scrive “De Pisis, vita solitaria di un poeta pittore”. Nel 1992 esce il lavoro “Il solo fratello, ritratto di Goffredo Parise”.
Tutti lavori su personaggi di grande valenza culturale che ha frequentato e ai quali si è ispirato. Ha pubblicato ininterrottamente saggi, biografie e prosa fino a dicembre dell'anno scorso, quando Ronzani editore ha stampato il suo bellissimo “Quando il tempo s'ingorga”.
E' proprio Ronzani a ricordarlo con queste parole: “La morte di Nico Naldini, che l’anno scorso aveva compiuto novant’anni, conclude un lunga stagione di cultura e di poesia di cui è stato attivamente partecipe. Con Pier Paolo Pasolini, suo cugino, si era iniziato fin dall’infanzia alla poesia, e la sua vita è stata costellata da amici speciali come Comisso, Montale, Fellini, Parise, Zanzotto. Ha scritto versi cui spetta un rilievo speciale nella nostra letteratura, preziose biografie dedicate ai suoi illustri amici, e libri di memoria che costituiscono una testimonianza originalissima su fatti e personaggi del Novecento italiano”.
“Naldini era molto amico di Parise che andava spesso a trovare nella casetta delle fate sul Piave”, commenta invece Moreno Vidotto, l'attuale comproprietario della casetta dello scrittore vicentino a Salgareda. ”Avevano trascorso assieme momenti bellissimi. Facevano grandi nuotate sull'ansa del fiume. C'è una foto che li ritrae entrambi, proprio davanti la casa, con accanto la poetessa Rosanna Toffanelli e sua figlia, negli anni 1981 - 82. Con gli anni i rapporti si erano poi raffreddati, tanto che Goffredo scrisse una prosa piuttosto polemica nei confronti di Nico. Naldini non la digerì e la morte di Parise sopravvenne senza che ci fosse stato il tempo necessario per una ricomposizione, che ci sarebbe sicuramente stata – sottolinea Vidotto -. Nel 2008 Naldini venne in casetta in occasione di un evento. La prima cosa che fece, fu di abbracciare il gelso sul cortile, per poi ricordare i tanti momenti di vita trascorsi con l'amico”.
Olimpia Biasi è invece l'artista trevigiana che più lo ha frequentato e più gli è stata a fianco in questi anni. “Lo conosco dal 1980. Da quarant'anni ci frequentavamo regolarmente. Veniva spesso a cena a casa mia, a volte con amici, ed era diventato uno di famiglia per me”. Sono momenti dolorosi per Olimpia, che si sta occupando direttamente delle esequie del caro amico. “Nico era una persona dalla grande sensibilità, verso il mondo e verso le persone. Aveva un carattere difficile... era nato di marzo, dunque un temperamento saturnino – sottolinea con affetto - Erano celebri le sue sfuriate. Ma aveva sempre ragione, perché non lo faceva per partito preso, ma perché credeva in quello che diceva. Una persona sincera, e sotto era di una generosità e bontà infinite. Molto riservato comunque, non parlava mai delle sue vicende personali e del suo orientamento sessuale. Era pudico e pure moralista! Mai una battuta fuori posto, ed era molto rispettoso”. E commenta “L'ho così ascoltato tanto parlare e discutere con gli amici durante le cene che posso dire di essermi laureata in cucina!”. L'artista racconta gli ultimi momenti di Naldini. “Stamattina la signora che si prende cura di lui, appena visto gli ha chiesto subito come stava. Lui ha risposto con voce sicura “Benissimo!”, ma subito dopo ha iniziato a star male... negli ultimi tempi, da quando era caduto e si era fatto male, si riparava sempre più nei suoi pensieri. Anche perché, di suo, aveva un carattere melanconico, forse dovuto a grandi sofferenze vissute”.
Nico Naldini aveva fondato nel 1979, assieme a Cino Boccazzi e Neva Agnoletti, l'Associazione Amici di Giovanni Comisso, dieci anni dopo la scomparsa dello scrittore trevigiano, che ha dato vita al premio letterario omonimo.
Il presidente attuale, Ennio Bianco, ricorda Naldini come un letterato di grande caratura. “Era un piacere ascoltarlo parlare. Nel premio è stato un punto di riferimento assieme a Luigi Urettini, lo storico scomparso il 26 agosto scorso. Figure che lasciano un vuoto enorme che non può essere riempito da nessuno. Anche se Treviso ha le potenzialità e la capacità di attrarre e dare vita, con il tempo, a personaggi, se non di quella caratura, sicuramente di spessore”.
Molto colpita è Neva Agnoletti, la presidente onoraria del Premio Comisso. “Era un grande intellettuale, di primissimo ordine, che ha lavorato molto negli anni per la riuscita del Premio. Ultimamente si era stancato e si era ritirato. Dopo Cino Boccazzi e lui, dei fondatori del Premio sono restata la sola”.
Non è ancora stata resa nota la data dei funerali, anche se se ne sta interessando il Comune di San Vito al Tagliamento che nel 2011 aveva conferito all'uomo di cultura la cittadinanza onoraria.
Nico Naldini ha lasciato disposizioni affinché le sue ceneri vengano sparse lungo il Tagliamento.