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18 dicembre 2024

Valdobbiadene Pieve di Soligo

Cison dimentica i suoi martiri della libertà

Le lapidi dei partigiani in degrado ed abbandono

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

Cison

CISON DI VALMARINO – Una circostanza triste quella rilevata di recente dal professor Daniele Ceschin che ha pubblicamente denunciato lo stato di degrado e di abbandono in cui versano le lapidi dei partigiani nel cimitero di Cison di Valmarino. Una segnalazione affidata al web con un post nella sua pagina Facebook, quella di Ceschin che ha avuto anche la lodevole intraprendenza d’informare l’ANPI della situazione, ottenendo che a breve le lapidi dei martiri della libertà siano restaurate, restituendo doverosa dignità alla memoria.

Viviamo un tempo in cui la memoria della Resistenza non solo viene calpestata, ma i carnefici e i loro eredi vengono celebrati da alcune delle massime cariche istituzionali. Anche per questo motivo noi democratici e antifascisti abbiamo il dovere morale, civile, politico e storico non solo di ricordare, ma di valorizzare dignitosamente e con decoro quei segni che nel territorio testimoniano il sacrificio della generazione partigiana”: scrive Ceschin nel suo post.

“Nei giorni scorsi Federico Gusatto, che qui ringrazio pubblicamente, mi ha segnalato – spiega Daniele Ceschin - lo stato di abbandono e degrado in cui versano le tombe e le relative lapidi - una addirittura spezzata, le altre due illeggibili - di tre partigiani nel cimitero di Cison di Valmarino. Si tratta delle sepolture di Guerrino Possamai, ("Drago"), fucilato a Tovena dai nazifascisti il 17 dicembre 1944, e di Leone Sasso ("Resistere") e Giovanni Possamai ("Lavaredo"), fucilati a Pieve di Soligo dai militi della Decima Mas il 26 gennaio 1945 assieme ad altri quattro partigiani, tra cui Marino Zanella ("Amedeo"), comandante della Brigata Mazzini”.

Una vicenda davvero triste che purtroppo è emblematica di un’amnesia storica grave: è davvero sconfortante che tanti giovani che hanno dato la vita per il paese e per la libertà dal nazifascismo siano stati dimenticati e mortificati dal degrado. Ma per fortuna Ceschin non si è limitato a segnalare ma ha anche coinvolto l’Associazione partigiani, con un epilogo positivo: “Ho chiesto all'Anpi locale, in particolare all'amico Renato Meneghin, di occuparsi del restauro e del ripristino delle lapidi. Verrà fatto nelle prossime settimane, mi auguro con la collaborazione dell'Amministrazione comunale”.
 

 


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