Crisi automotive, meccanica in affanno: "Calano esportazioni e investimenti"
Balliana, vicepresidente vicario di Confartigianato: "Treviso fa meglio della media regionale grazie alla specializzazione e alla digitalizzazione"
| Isabella Loschi |
TREVISO - “Stiamo seguendo con attenzione il comparto della meccanica e in particolare l’automotive”. Loris Balliana, vicepresidente vicario di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, non nasconde la preoccupazione sulle ultime tendenze congiunturali. "La fase recessiva dell’auto colpisce un esteso indotto, dominato dai settori della meccanica. Le imprese artigiane trevigiane hanno registrato un 2,9% di calo nelle vendite sul mercato tedesco dei macchinari. Una percentuale migliore della media veneta (- 10,7%), ma comunque in negativo”.
A livello nazionale, nei primi otto mesi del 2024 il fatturato delle micro e piccole imprese della meccanica è sceso di 5,1 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo di un anno prima, con minori ricavi per 21 milioni di euro al giorno. Il Veneto è la seconda regione in Italia per maggiore incidenza delle piccole imprese nella meccanica: sono il 6,1%, di poco inferiori rispetto al 6,2% dell’Emilia-Romagna.
Le migliori performance di Treviso rispetto alla media veneta sono dovute all’indice di specializzazione della meccanica trevigiana, pari a 155 contro una media regionale di 145 (+ 6,5%) e nazionale di 100 (+ 35,5%). Dato che colloca la Marca Trevigiana al 15° posto tra le province italiane. La meccanica ha nelle MPI un comparto importante, che vale il 7% dell’occupazione provinciale, contro una media veneta del 6,1% e italiana del 4,2%. “La crisi dell’auto amplifica la recessione dell’economia tedesca, riducendo la domanda di prodotti della meccanica made in Treviso- ragiona il vicepresidente Loris Balliana - La ricaduta della crisi dell’auto sulle imprese della meccanica è amplificata dagli effetti recessivi della stretta monetaria che riduce la domanda di macchinari, sulla quale pesa anche l’effetto burocrazia per Transizione 5.0, che ne frena l’utilizzo a causa di un eccessivo carico di adempimenti imposto alle imprese per accedere agli incentivi”.
A ottobre 2024 in Italia il costo del credito alle imprese era assestato al 4,85%, superiore di 322 punti base all’1,63% precedente alla stretta monetaria, mentre il volume degli investimenti in macchinari nei primi tre trimestri del 2024 è sceso del 3,9% su base annua. “Nel passato, una fase ciclica negativa nel comparto dell’auto - sottolinea Balliana - si associava alla crisi di una sola grande impresa, la Fiat. Oggi non è più così, il punto di riferimento diventa quello di una più ampia filiera, caratterizzata da una diffusa presenza di micro e piccole imprese. Questa situazione di disagio incide negativamente anche sulla dinamica dell’occupazione”.
Non a caso il rallentamento del comparto è confermato dal maggiore ricorso agli ammortizzatori sociali. L’importo degli Assegni di integrazione salariale, previsti dal Fondo di solidarietà della bilateralità artigiana, sono aumentati nel 2024 del 54,2% nella Marca Trevigiana. «Un segnale da tenere monitorato, anche se migliore rispetto alla media veneta, schizzata a più 90,1%», conclude il vicepresidente Loris Balliana. “La digitalizzazione si è dimostrata un fattore di competitività nella nostra provincia. I dati migliori della Marca Trevigiana sono anche dovuti al fatto che il 74,5% delle imprese della meccanica hanno investito in queste tecnologie, contro il 69,6% della manifattura. Mentre non sono ancora state sfruttate a pieno le opportunità della transizione green. Solo il 34,8% ha fatto investimenti in tecnologie per il risparmio energetico e la riduzione dell’impatto ambientale, contro il 41,5% della manifattura”.
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