02 dicembre 2024
Categoria: Spettacolo - Tags: religione, suor cristina, the voice, sisterhood, Papa Francesco, spiritualità, televisione, real time
Lifetime, nota emittente statunitense, ha annunciato la realizzazione di un nuovo docureality, chiamato “Sisterhood”. Racconterà il percorso di cinque donne in attesa di prendere i voti: dubbi, titubanze, fede e spiritualità fino alla scelta finale, per chi si dimostrerà abbastanza sicura della propria decisione.
C’è poco da stupirsi: la religione in tivù spopola in ogni forma(t). Per inclinazione culturale, noi italiani siamo da anni abituati ai vari biopic su Papi e Santi, a “Don Matteo”, a “Che Dio ci aiuti”, a programmi come “A sua immagine”, oltre che ai numerosi approfondimenti e servizi su Padre Pio, Papa Francesco et similia. Se c’è da sorprendersi è forse per il nuovo uso che la televisione fa della fede: la inserisce in contesti inaspettati come i reality e i talent show (vedi alla voce Suor Cristina in The Voice, che si dice stia per cominciare un tour), investendoli di una nuova luce, e non certo di stampo divino. Sono nuovi fenomeni del tubo catodico.
Intendiamoci: la religione è anche spettacolo, da sempre. Tuttavia la tendenza di oggi sembra quella di rinunciare alla consueta solennità che la caratterizza in favore di una spontaneità che tutti possono condividere. Papa Bergoglio è amato proprio per questo. E la tivù si regola a proposito, alzando l’asticella del consentito.
Real Time, canale sempre molto attivo sulle nuove tendenze tv, da tempo cavalca l’onda proponendo altri docureality sul tema come “Breaking Amish”, dedicato alla vita di alcuni giovani Amish al di fuori della loro chiusa vita sociale, o “21 sotto un tetto” sui Duggar, coppia di cristiani conservatori e i loro diciannove figli o, ancora, “Io e le mie mogli”, sulla poligamia di un uomo appartenente a una branca della chiesa Mormona.
La famiglia Duggar
Le occasioni per sviluppare il soggetto non mancano e ogni sfaccettatura della religione -qualunque religione- è pronta per essere scandagliata dall’occhio delle telecamere senza più l'oggettività da documentario, ma con la pseudo genuinità del reality show... con tutte le le conseguenze del caso.
Da un lato il pubblico più scettico si avvicinerà curioso all’argomento, dall’altro quello fedele rinsalderà le sue convinzioni. Lo scotto da pagare è lo sfruttamento della sfera più intima dell’uomo, considerata alla stregua di un qualunque caso televisivo, capace di brillare per una sola stagione.
Se i personaggi coinvolti in questo meccanismo sono in buona fede (le suore di “Sisterhood”, la dolce Suor Cristina), c’è da augurarsi che siano abbastanza consapevoli della caducità del loro successo e capaci dunque di dimostrare fermezza, almeno nei principi. Perché prima o poi l’asticella si alzerà ancora, e chissà allora cosa si inventeranno gli autori tv per spolpare fino all’osso il fenomeno.
Silvia Albrizio
Ha studiato cinema e televisione e ne scrive sulla carta e online. Readymade è il risultato pronto all’uso delle sue riflessioni su questi ed altri media
Spettacolo
Spettacolo
Spettacolo
Spettacolo
Spettacolo
Spettacolo
Spettacolo
Spettacolo
Caro lettore,
il nostro giornale vive soprattutto grazie agli inserzionisti. Disattivando il sistema di blocco della pubblicità, favorisci tutte le nostre attività: ti basta un click per darci un grande aiuto.
Grazie!
Francesca Salvador
01/05/2014 - 19:13
ASTICELLA SENZA FINE...
bel post.
Se si vuole avere una popolazione che risponda a determinati requisiti, la si addestra poco a poco...
L'asticella arriverà a vette fino a pochi anni fa inimmaginabili ed inacettabili, ma tutto procede come da copione (volevo scrivere "progetto", ma poi mi prendono sempe per la solita gomblottista! ☺)
E' come abbassare la luce in una stanza, con quegli interruttori a rotellina che tolgono luminosità in modo impercettibile. Non ci fai caso, e all'improvviso sei al buio.
Felice di perdermi tutto questo,
Francesca
PS mi dai il titolo un film per te imperdibile? grazie
segnala commento inopportuno
Silvia Albrizio
02/05/2014 - 12:03
In Italia poi la questione
Per rispondere alla tua domanda, uno dei film più belli che ho avuto modo di vedere negli ultimi mesi è certamente "Her" di Spike Jonze. Una storia d'amore inedita (ma in fondo non così lontana dalla nostra cyberquotidianità), splendida da ogni angolazione, ogni virgola, ogni fotogramma.
Se preferisci i documentari, bellissimo quello che ho potuto vedere nell'ultima rassegna dedicata al cinema e all'ambiente presso la biblioteca di Vittorio: "More than honey", sulla mostruosa decimazione delle api nel mondo. Terribile e inquietante. E non è finzione, purtroppo.
segnala commento inopportuno
Francesca Salvador
03/05/2014 - 15:52
HER HER HER!
concordo.
Ho visto qualche sera fa Her. Lo ho trovato splendido. Tra l'altro con un finale che dovrebbe far riflettere noi umani.
Conoscevo More than honey, di cui avevo visto alcuni spezzoni dato l'argomento di cui mi interesso da anni, ma non l'ho visto totalmente, allora... devo provvedere!
(Purtroppo stiamo andando incontro ad una catastrofe, ma ancora la gente non si sveglia.)
ciao, alla prossima.
segnala commento inopportuno