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04 gennaio 2025

Treviso

FONDAZIONE CASSAMARCA, SCURE SULLE MOSTRE

Avanti tutta con il progetto 'area metropolitana' e Università. No alle mostre sull’India

| Laura Tuveri |

| Laura Tuveri |

TREVISO – I dividendi che anche il prossim’anno saranno magri, 5 milioni di euro, costringono la Fondazione Cassamarca a fare tagli ed economie, insomma a rinunciare a qualche progetto, ma non alle operazioni strategiche.

I guai finanziari erano iniziati lo scorso anno, quando Unicredit, di cui la Fondazione è socia, non aveva proceduto alla distribuzione dei dividendi, assegnando quindi quest'anno alla società trevigiana poco meno di 5 milioni di euro, circa un quinto di quanto percepito normalmente negli anni precedenti.

Stamani il presidente Dino De Poli (nella foto), assieme ai vertici di Ca’ Spineda, ha reso nota la manovra finanziaria che in questa prima fare, solo per i risparmi previsti nella gestione ordinaria, si aggira sul milione di euro. I tagli avverranno chiudendo strutture immobiliari inutili e reinvestendo il personale in altre produttive, tagliando le esternalizzazioni per mantenere la garanzia del posto di lavoro ai circa 70 dipendenti. Ove fosse possibile, anche vendendo immobili.

De Poli ha fatto sapere di aver in corso trattative con la società immobiliare del gruppo Stefanel per l'eventuale dismissioni di parti del proprio patrimonio immobiliare ritenuto non strategico e di non escludere su questo confronti preliminari anche con il gruppo Benetton.

Insomma si può benissimo rinunciare alla quattro mostre sull’India previste a partire dal 2011, ma avanti tutta con il progetto "area metropolitana" che comprende importanti investimenti fra Preganziol e Dosson, nell’area compresa fra Villa Franchetti, l’ex compendio Secco e le area retrostanti.

L’università resta sempre una priorità e i dialoghi con gli atenei proseguono, anche se De Poli lamenta rigidità da parte di Padova “Che si vanta più di avere delle aule a Bressanone per i corsi estivi, piuttosto che vedere le prospettive che offre Treviso”. De Poli ha illustrato il progetto di revisione di contratti di fornitura in essere, per esempio sulle pulizie dei locali della Fondazione che dovrebbe far risparmiare circa il 50%.

Complessivamente, per il 2010, le minori uscite nella gestione ordinaria potrebbero raggiungere il milione di euro. Il presidente, nel confermare la maggioranza dei progetti già avviati, specialmente in ambito universitario, ha tuttavia parlato del "congelamento" delle attività in edifici normalmente destinati allo svolgimento di master come Cà Zenobio a Treviso, e Villa Annia,a Cà Tron di Roncade.

Mentre non intende rinunciare al progetto di realizzare a Ca Tron una sala congressi da 300 posti, visto che mancava un locale intermadio rispetto a quelli esistenti da 100 e 1.500 posti per il progetto “Archivi contemporanei”.

De Poli ha ricordato che i due teatri, il Comunale e l’Eden, registrano sempre il tutto esaurito e vengono molto richiesti anche per manifestazioni non direttamente organizzate e che un’ altra iniziativa che verrà portata avanti è il progetto editoriale intitolato “Il rinascimento italiano in Europa e nel Mondo”, una preziosa opera in 12 volumi che a giorni vedrà l’uscita del sesto.

Sagace come sempre, De Poli ad un giornalista che gli ha chiesto cosa  pensasse delle presunte pretese della Lega sulle fondazioni bancarie ha risposto: “Presunte, appunto”, specificando che le Fondazioni hanno leggi e statuti e che se anche il Carroccio ha fatto il pieno alle elezioni non può vantare pretese a tavolino.

Se nella Lega "cresce l'appetito la dirigenza delle fondazioni bancarie è legata ad un discorso di legittimità ben preciso e l'autonomia delle stesse non ha una natura arbitraria. Per quanto riguarda Treviso - ha aggiunto - la Lega ha la bandiera sulla Provincia, sul Comune capoluogo e sul Comune di Castelfranco", ovvero i tre enti locali chiamati ad esprimere ciascuno uno dei nove rappresentanti nel consiglio di indirizzo (gli altri sono Camera di Commercio, Università di Venezia e Padova, mentre altri tre nomi sono cooptati dal consiglio uscente).

"Ma oltre a questi basta - ha aggiunto De Poli - perché non ci sono altri soggetti riferibili alla Lega". L'attuale consiglio di indirizzo, organo che designa il presidente, scadrà nel 2010. E se De Poli riconosce alla Lega il merito di aver sollevato il problema dell’autonomia, teme, però che la sua tendenza sia quella di volersi troppo chiudere in se stessa, “mentre il Veneto – sostiene il numero uno di Ca’ Spineda – ha nel Dna una vocazione internazionale. Il Veneto si deve sempre più aprire al mondo, è una forza nazionale e soprattutto internazionale”.

In conferenza  si è anche affrontato il discorso di Unicredit. De Poli si è detto favorevole al progetto di Banca Unica del gruppo guidato da Alessandro Profumo, come aveva già avuto modo di sostenere qualche mese addietro.

"Sono favorevole alla Banca Unica - ha detto De Poli, in una conferenza stampa a Treviso - Ero contrario, o meglio, avevo delle forti perplessità sul modello precedente, con la divisione in tre banche". "Il problema - ha osservato - è come armonizzare le esigenze della Banca Unica con quelle del territorio. UniCredit sta affrontando questo problema, Intesa Sanpaolo invece no".

De Poli ha regalato anche un’altra battuta, quando i giornalisti gli hanno fatto osservare come le Fondazioni avessero fatto sudare a Profumo la riorganizzazione di UniCredit in Banca Unica: "che sudi anche lui - ha risposto De Poli - vuol dire che avrà un 'profumo' diverso".

L’ultra ottantenne De Poli, oggi in forma più che mai, non demorde e guarda al futuro con le necessarie cautele del caso, ma con lo spirito costruttivo di sempre “Se ci fossimo fermati, Treviso sarebbe alla stregua di Belluno e Rovigo” (tradotto zone stantie, sempre uguali a se stesse) ha nuovamente ribadito anche in questa occasione. Laura Tuveri

 


| modificato il:

Laura Tuveri

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