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07 novembre 2024

Vittorio Veneto

Foto, racconti e brani inediti a Vittorio Veneto per non dimenticare

Appuntamento sabato 28 gennaio al museo della Battaglia in occasione della giornata della Memoria

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

Foto, racconti e brani inediti a Vittorio Veneto per non dimenticare

VITTORIO VENETO - In occasione della giornata della memoria che ricorre il 27 gennaio, Vittorio Veneto ospiterà sabato 28 gennaio la lettura scenica di una memoria privata, che vede protagonisti la figlia di una sopravvissuta, che racconta con testimonianze orali e fotografiche un pezzo di storia dell’olocausto. Inedite anche le musiche, composte da professionisti per l'occasione. La rappresentazione, dopo una prima al conservatorio di Venezia, si terrà all’aula civica del Museo della Battaglia alle ore 17. Vittorio veneto, dopo Venezia, sarà dunque la prima città ad ospitare Laura Moggian Barban, figlia di Loretta, sopravvissuta, Federica Lotti, flautista, Michela Mocchiutti, attrice, Renato Miani, compositore, e Jacopo Caneva, che suonerà il brano finale di elettronica. Promotori dell'iniziativa sono le sezioni Anpi di Vittorio Veneto, di San Vendemiano e di Conegliano che hanno organizzato e finanziato questo evento, con il patrocinio dei Comuni di Vittorio Veneto, di San Vendemiano e di Conegliano.

 

“Lo sguardo di mia madre” è il titolo della rappresentazione che racconta le vite incrociate di due donne: Loretta Bempora e Anna Maria Enriques.  Loretta e Anna si sono incrociate a Firenze in quella che diventerà “Villa Triste”, una delle tante dolorosamente sorte in quegli anni bui in tutta Italia, - racconta Laura, figlia di Loretta e autrice della rappresentazione - Ai miei nonni Bemporad venne requisito dai nazifascisti l’appartamento dove vivevano e consegnato alla banda Carità. Anna Maria, partigiana, medaglia d’oro al valor militare, fu lì rinchiusa e torturata prima di essere portata in carcere e in seguito barbaramente uccisa. Alla mia famiglia, scampata ai rastrellamenti, l’abitazione fu restituita nelle condizioni che possiamo immaginare. Diciottenne al momento della liberazione, mamma rimase segnata per sempre dalla vista di quello scempio. Senza voler paragonare la morte eroica di Anna Maria Enriques al trauma con cui la giovane Loretta convisse per tutta la vita, vorrei sottolineare con il mio testo come anche questa condanna a un dolore perpetuo sia stata un sopruso. Sono convinta che si tratti di una storia che merita di essere ri-conosciuta, perché racconta due prospettive, quella pubblica e quella intima, di una stessa vicenda. Due donne che non si sono mai incontrate, ma che si sono sfiorate e hanno testimoniato, seppure in modo tanto diverso, con le loro vite e con il loro dolore, la volontà di resistenza. Un omaggio a tutte le donne private del loro sorriso”.

 

In foto: Loretta Bemporad

 


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