GENTILINI APRE AL RAMADAN
Il prosindaco possibilista nel trovare uno spazio adeguato a Treviso
TREVISO - Il vice sindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini (in foto), rompendo una tradizione di resistenza inflessibile sull'argomento, ha detto oggi di essere disponibile a concedere un'area alla prima periferia di Treviso ai fedeli islamici che nei giorni scorsi si erano rivolti al Comune per ottenere uno spazio in cui celebrare il Ramadan.
"Io non sono un mangia Islam - ha detto - e se questa manifestazione è autocontrollata dagli organizzatori, i quali mi garantiranno che al loro interno non si trovano stranieri clandestini e si impegnano a denunciarli qualora se ne infiltrassero, per me la preghiera si può svolgere tranquillamente".
Gentilini ha ricordato, tuttavia, che il tema sarà all'ordine del giorno di una riunione di giunta, il prossimo mercoledì, e che la decisione finale dovrà essere assunta dall'esecutivo cittadino. L'area in questione è uno spiazzo asfaltato, nel quartiere di San Giuseppe, a pochi passi dall'aeroporto, in cui solitamente si svolgono eventi fieristici.
A chi gli ha fatto notare che le sue dichiarazioni appaiono come una finora inedita apertura a fasce di popolazione spesso oggetto delle sue reprimende, il "sindaco sceriffo" ha ammesso che in parte è così anche se, ha sottolineato, "non accetterò mai moschee, o burqa, o celebrazioni islamiche in centro storico".
I fedeli musulmani, ha anche detto, dal suo punto di vista potrebbero essere autorizzati anche ad erigere "una tenda o una copertura per proteggersi dal sole o dalla pioggia". La prima location chiesta dagli organizzatori, cioé il prato della Fiera (nel quale a inizio settembre è come da tradizione in programma il raduno della Lega), è ritenuta da Gentilini non idonea perché "circondata dalle abitazioni", mentre i musulmani "devono cercare il contatto con Allah senza essere disturbati da curiosi".
"Questo da parte mia è un atto di assunzione di responsabilità - ha concluso - in un Italia da Terzo Mondo in cui nelle piumate sale romane per tre anni non si è presa alcuna decisione importante, mentre il Paese precipita ed il peggio deve ancora venire".