Gioco d'azzardo, fenomeno in aumento con le riaperture: "I sindaci adottino misure più restrittive"
L'Ulss2 apre il portale indipendo.it dove chiedere aiuto
| Isabella Loschi |
TREVISO – Attenzione al gioco d’azzardo, ora i trevigiani sono più a rischio. Se infatti il lungo periodo pandemico ha dimostrato che, chiusi le sale gioco per le restrizioni anti-Covid, la pratica del gioco d’azzardo è passata dal 16,3% al 9,7%, con le restrizioni parziali e le riaperture è in risalita, al 18%. Stesso andamento per il gioco on line che passa dal 10% del periodo precedente la pandemia all'8% nel lockdown, per salire al 13% nel periodo di restrizioni parziali.
A lanciare l’allarme sul fenomeno è l’associazione dei Comuni della Marca attraverso il convegno “Gioco d’azzardo. Dimensioni del fenomeno e possibili azioni di contrasto”, tenutosi in Provincia con i referenti dell’Ulss2 del Dipartimento per le Dipendenze. Durante il lockdown, tra i giocatori il tempo medio dedicato al gioco è aumentato di quasi un’ora. Inoltre, l'1,1% di coloro che hanno dichiarato di non aver giocato prima della pandemia ha dichiarato di aver iniziato a giocare, il 19,7% di coloro che già giocavano ha incrementato l’attività totale di gioco. Anche l'uso di psicofarmaci, la bassa qualità della vita, la scarsa quantità di sonno, la depressione e l'ansia risultano significativamente correlati a un aumento dell'attività di gioco durante il lockdown.
Nel 2020 l’accesso dei giocatori patologici ai Serd della Marca sono diminuiti di quasi un centinaio rispetto al 2019 passando da 312 a 234 dello scorso anno. Erano 354 nel 2018.
“Il lungo periodo pandemico ha dimostrato che, chiusi i punti gioco per le restrizioni anti-contagio, l’azzardo è drasticamente diminuito. Non era scontato”, ha detto Marcello Mazzo, direttore del Dipartimento per le Dipendenze dell’Ulss 2 Marca. "Si pensava che, con la chiusura dei punti giochi sul territorio, i giocatori si sarebbero riversati massicciamente on line, ma così non è stato. A passare dal gioco reale a quello virtuale è stata solo una percentuale bassissima di utenti”.
I dati presentati al convegno dimostrano dunque che il gioco d’azzardo, a differenza di altre dipendenze, se viene a mancare non porta il giocatore-dipendente a cercare alternative. Ma “eliminate le occasio il fenomeno diminuisce drasticamente. Per poi risalire “come prima, più di prima” appena si allentano le restrizioni e si ritorna alla normalità.
“E - sottolineano i referenti del Serd dell'Ulss2 - in base alle tendenze degli ultimi anni, possiamo ipotizzare che l’incidenza dei giocatori patologici, viste anche le ferite che il periodo pandemico ha lasciato sul corpo sociale, aumenti di parecchio”.
Per questo l’associazione dei comuni della Marca ha ribadito l’importanza di intervenire er arginare il fenomeno ora che la Provincia di Treviso, come come tutta Italia, è passata in zona bianca.
“È il momento di accendere di nuovo l’attenzione sulle ludopatie – afferma Mariarosa Barazza, presidente dell’associazione Comuni della Marca-. Oggi il nostro territorio è più fragile perché le ferite inferte al corpo sociale dalla crisi pandemica rischiano di spingere le persone più in difficoltà a cercare cura del disagio in comportamenti patologici come il gioco d’azzardo. Serve pertanto rialzare la vigilanza sul fenomeno e mettere in campo azioni concrete. I sindaci possono fare molto”.
L’Associazione Comuni, grazie al Gruppo di lavoro Ludopatia, negli anni scorsi ha fornito ai comuni trevigiani schemi di regolamento e ordinanze per poter regolamentare la collocazione dei punti gioco e gli orari di apertura sul proprio territorio. Sono stati oltre una cinquantina i comuni a mettere in campo restrizioni a norma di legge.
Nel 2019 la regione Veneto ha uniformato gli interventi su tutto il territorio regionale introducendo tre finestre di interruzione di due ore ciascuna (per un totale di 6 ore) dell’attività dei punti gioco per tutelare le fasce più deboli della popolazione: dalle 7 alle 9, dalle 13 alle 15 e dalle 18 alle 20 e il divieto di collocare apparecchi per il gioco in locali che si trovino ad una distanza inferiore di 400 metri dai luoghi sensibili.
“Auspichiamo comunque che vengano adottati anche i nuovi schemi di regolamento e ordinanza dell’Associazione Comuni rendendo la normativa finalizzata al contrasto del gioco d’azzardo più restrittiva”.
Infatti, il regolamento proposto dall’associazione prevede 15 ore di chiusura dei punti gioco al giorno, non solo 6 come la normativa regionale, stabilendone la chiusura anche dalle 22 alle 7. Sono, inoltre, comminabili sanzioni fino a 6 mila euro per certe infrazioni, come ad esempio quella relativa alle distanze dai luoghi sensibili».
Tra le novità messo in campo dall’Ulss2 c’è il portale indipendo.it che ha l’obiettivo di facilitare l’accesso ai servizi di cura e trattamento attraverso il web, in modo che il dipendente possa superare la barriera del senso di vergogna che accompagna la dipendenza da gioco.