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17 dicembre 2024

Vittorio Veneto

Grande folla per Michele De Bertolis

tributo di grande stima per l'uomo di cultura e di servizio

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

Grande folla per  Michele De Bertolis

Caro Michele,

certo non è facile, ma ci provo a parlarti, come abbiamo fatto tante volte.

Ho poensato a te, mentre la Cattedrale di Vittorio Veneto, prima ancora del tuo ultimo arrivo, era piena, con tanta gente insieme ai molti alpini che ti aspettavano sul sagrato.

Era la testimonianza muta del tuo "raccolto", dopo la semina...

Ti hanno riconosciuto come personaggio "al servizio" della società, della comunità e della cultura.

Ci eravamo incontrati al "Flaminio" in quel lontano 1973, quando "furtivo", ti affacciavi dalla tua 3A alla classe 3B!

Poi, sempre al liceo, ci siamo ritrovati dopo la maturità di Nicolò... a parlare delle tue attese per il suo futuro e dei tuoi cari, Elisa e Ottavio.

E ragionavamo dei progetti culturali della Città, delle varie iniziative, che la tua mente continuava a sfornare, fino all'inverno scorso...

Qualche settimana fa, avevi continuato a dire SI a un altro progetto, chiedendo ad Aldo quanto tempo avevi a disposizione per l'ultima traduzione...., ma questa volta non sei riuscito, essendo stato chiamato altrove.

Durante le esequie, sono andato indietro, alle nostre stagioni, alle vicende significative che continuavamo a ricordarci e a raccontarci, sorridendo, ogni qual volta ci si incontrava.

Poi la tromba degli alpini, con le note del "Silenzio" ha annunciato il tuo arrivo: tutti si sono alzati e don Silvano De Cal, che ha presieduto la concelebrazione, è venuto a prenderti al portone, mentre le decine di bandiere degli alpini seguivano il tuo feretro.

Anche don Silvano nella sua omelia è partito dal momento in cui vi eravate incontrati 46 anni fa, alla tua quarta ginnasio.

Con lui avevi già cominciato a dialogare sull'esistenza, sul senso della vita, un confronto ripreso nel 1998, quando era giunto alla Cattedrale: l'alunno ormai era diventato medico e confidente, e vi confrontavate sui passi delle letture della Liturgia odierna, "C'è un tempo per nascere e un tempo per morire" dal Qoelet e dell' "amore fraterno" dal Vangelo.

E' toccato a Maurizio Castro, compagno di avventure, rievocarti dal primo incontro, nel 1967, quando gli regalasti le prime tue poesie.

Ha parlato con il cuore in gola, suscitando tante emozioni e molta commozione, anche quando ha detto al tuo Nicolò che "poteva e doveva andare fiero di te!".

A me che poco prima, nell'attesa, gli avevo chiesto un ritratto succinto di quello che avrebbe detto, mi ha sussurrato: "è stato l'incarnazione della più alta vittoriesità, un grande per intelligenza, eleganza e rispetto verso tutti!".

La commemorazione ufficiale è toccata al vice -sindaco di Vittorio Veneto, Alessandro Turchetto, che, su invito del sindaco Roberto Tonon, a nome suo e della Città, ha sottolineato: "Ricorderemo e rimpiangeremo la sua grande passione civile, la profonda cultura, la esemplare professionalità, la sottile ironia, l'affabilità e la giovialità del suo carattere".

Tutti, a partire dalle autorità, tra gli altri il Presidente della Provincia, Leonardo Muraro, il consigliere provinciale Claudio Dus, i sindaci Floriano Zambon e Laura Buso, molti amministratori ed ex-amministratori di tutti gli schieramenti politici, si sono stretti intorno al figlio Nicolò, a Mila Sartori, a Maria Lorena Dal Mas e alla sorella Elisa.

Sulle orme di Catullo e Seneca, a te cari, mi concedo con "Ave atque vale!"

Piero

 

 


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