18/09/2024nuvoloso

19/09/2024nubi sparse

20/09/2024nubi sparse

18 settembre 2024

Treviso

"HO AVUTO L'INFLUENZA SUINA"

Un giovane che ha contratto il virus ci concede un’intervista che spegne l’effetto psicosi

| Milvana Citter |

| Milvana Citter |

Treviso - L’influenza suina continua inarrestabile il suo viaggio nel mondo, contagiando un numero sempre maggiore di persone e soprattutto sta creando preoccupazione e spavento ovunque.

Ma cosa ne pensano le persone che sono entrate in contatto con il virus e si sono ammalate, come hanno vissuto la preoccupazione per la diagnosi e la cura, i timori per il futuro. Un giovane, che ha contratto il virus durante un viaggio, e la sua famiglia hanno deciso di concedere un’intervista che spegne l’effetto psicosi e che riconosce alle strutture sanitarie locali la capacità di affrontare l’emergenza con professionalità e senza creare allarmismi inutili.

Dove hai contratto la malattia?
Sono stato in viaggio in Inghilterra e probabilmente sono entrato in contatto con altre persone che l’avevano contratta ma senza rendermene conto. Al ritorno si sono presentati i primi sintomi: naso chiuso, mal di gola, tosse e un po’ di febbre ma nulla di particolarmente grave. A quel punto sono andato in Pronto Soccorso dove mi hanno sottoposto ad analisi. Con i primi risultati sono stato inviato al reparto malattie infettive del Ca’ Foncello dove ulteriori accertamenti hanno confermato che si trattava proprio di influenza A-H1N1.

La decisione di andare al Pronto Soccorso è stata una conseguenza del fatto che tornavi da un viaggio in Inghilterra?
Sì perché sapevamo che lì c’era stato il boom di influenza suina e quindi con la mia famiglia, abbiamo pensato che sarebbe stato meglio avere una diagnosi sicura.

Come hai vissuto i giorni precedenti la diagnosi e quelli di cura, in che stato d’animo?
Non sono mai stato particolarmente spaventato perché i sintomi sono sempre stati blandi e anche perché fin da subito i medici mi hanno detto che era un’influenza meno grave di quelle stagionali.  Non sono stato ricoverato, sono dovuto rimanere in casa cercando di avere meno contatti esterni e anche con la mia famiglia. Sono rimasto in camera da solo per circa una settimana.

Una volta guarito hai ripreso la tua vita, oggi parli con gli altri di questa esperienza o la psicosi che si è scatenata ti impedisce di farlo?
Non c’è nessun particolare problema a parlarne, è come aver preso un’influenza normalissima anche per far capire agli altri che non c’è problema, come non hanno paura di prendere l’influenza ad ottobre non devono avere paura di prenderla.

Rispetto alla campagna d’informazione, pensi che abbia scatenato un allarmismo eccessivo?
Penso che se da subito, dall’inizio c’è stato il clamore sulla nuova influenza, in seguito però non si sono dati con la stessa enfasi tutti i particolari relativi al fatto che questa patologia non è particolarmente grave e non lascia strascichi. E’ mancato il momento in cui si tranquillizza la gente, per dire che non si tratta di nulla di particolarmente grave.

E la famiglia come ha vissuto questa situazione? Abbiamo sentito la mamma del giovane: “Nonostante le voci, non siamo mai stati molto preoccupati perché comunque lui stava bene. Quando sono sorti questi sintomi per niente eclatanti ci siamo rivolti alla struttura sanitaria dove il caso è stato accolto in tutta la sua dimensione, ci siamo sentiti appoggiati e per questo siamo sempre stati tranquilli. Dal medico di base al personale ospedaliero, abbiamo incontrato persone che ci hanno sempre spiegato tutto bene e ci hanno seguito dall’inizio alla fine senza crearci allarmismi inutili. Dal nostro punto di vista, per l’esperienza che abbiamo fatto non è una malattia così grave, non abbiamo avuto effetti negativi”.

 


| modificato il:

Milvana Citter

Leggi altre notizie di Treviso
Leggi altre notizie di Treviso

Dello stesso argomento

vedi tutti i blog

Grazie per averci inviato la tua notizia

×