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02 gennaio 2025

Treviso

Incendio ex Chiari & Forti, aperta inchiesta per dolo

Forse è legato all'asta di domani, ma si pensa anche ai vandali. Esclusi rischi per emissioni tossiche

| Matteo Ceron |

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| Matteo Ceron |

Incendio ex Chiari & Forti, aperta inchiesta per dolo

SILEA - La Procura della Repubblica di Treviso ha aperto un fascicolo d'inchiesta sull'incendio che martedì ha distrutto il vecchio mulino "Toso", nell'area della ex Chiari e Forti, a Silea, con l'ipotesi del fatto doloso. Secondo la magistratura, infatti, vi sarebbero gli elementi sufficienti a ritenere che l'evento non si sia originato casualmente. Le autorità ambientali hanno nel frattempo escluso che le fiamme possano aver generato emissioni gassose tossiche.

 

Le fiamme sono state estinte nella notte tra martedì e mercoledì, anche se il lavoro dei vigili del fuoco è proseguito per tutta la giornata di ieri per evitare che i focolai rimasti potessero sviluppare altri incendi.  Gli spazi interni dello stabile sono andati distrutti e c'è stato il collasso della copertura.

Sul posto, ieri, hanno lavorato cinque mezzi dei vigili del fuoco e 15 uomini per la verifica statica dei muri perimetrali e per le operazioni di messa in sicurezza.

La struttura, inserita in un vasto progetto di riqualificazione dell'area proposto nel 2008 dal nuovo proprietario, l'immobiliarista romano Francesco Bellavista Caltagirone, era stata edificata alla fine dell'800 ed aveva operato fino agli anni '60 sfruttando l'energia idraulica di uno degli affluenti del Sile, il Melma.

Dismesso in seguito, l'opificio era stata svuotato e rimasto in disuso, e, nel piano di recupero, era stato destinato alla trasformazione in un albergo.

Le difficoltà finanziarie dell'acquirente, tuttavia, avevano fatto accantonare il progetto e l'intera zona era stata posta in liquidazione.  Un'asta per la cessione è prevista per domani, 10 aprile. Le cause dell'incendio restano per ora ignote.

La Procura della Repubblica, in collaborazione con carabinieri e vigili del fuoco, sta raccogliendo elementi per chiarire che cosa ci sia alla base dell’accaduto. All’interno del fabbricato non c’erano attività e sembra non ci fosse nemmeno corrente elettrica.

All’arrivo dei pompieri sul posto c’erano delle fiamme già sviluppate che coinvolgevano l’intero fabbricato, dal piano terra fino al tetto. Aspetti che hanno fatto avvalorare l’ipotesi del dolo. Appurato che effettivamente l'incendio è stato appiccato intenzionalmente, ci sarà da accertare anche chi poteva avere interesse a distruggere il fabbricato. Già dall'inizio si è pensato che ci possa essere una relazione tra l'incendio e l'imminente asta. Non è escluso nemmeno che possa essere stato appiccato da dei vandali, in quanto il luogo, in stato d'abbandono, spesso sarebbe stato frequentato da sbandati.

 

Gran parte della struttura dell’edificio era costituita da legno, l’incendio non avrebbe provocato la dispersione di fumi derivanti dalla combustione di materiale plastico o comunque nocivi per le persone. Martedì sera i sindaci dei comuni di Silea a Casier avevano consigliato di tenere le finestre chiuse a scopo precauzionale, sono stati esclusi comunque rischi per la popolazione residente nella zona.

Controlli in ogni caso sono stati effettuati dall’Arpav.

 


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