Iniziano i lavori di restauro per il "Cristo Risorto" di Tiziano
L'intervento conservativo sulla facciata della Scuola del Santissimo Sacramento nel cuore di Treviso durerà fino a dicembre 2021
| Lieta Zanatta |
TREVISO - Sessantacinque soldi per dipingere un affresco, il “Cristo Risorto”, sulla facciata della Scuola del Santissimo Sacramento, nel cuore di Treviso.
Una buona cifra per l'epoca, il 1517. E lui era Tiziano Vecellio, il geniale pittore dell'epoca d'oro di Venezia, colui che usò il colore come nessun altro che lo aveva preceduto. Un artista “di grido” si potrebbe dire, visto che proprio in quel periodo stava realizzando l'”Assunta”, la magnifica pala per la basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari a Venezia, che lo consacrò alla celebrità.
Di quell'affresco invece, commissionatogli dai confratelli della Scuola del Santissimo Sacramento di Treviso, oggi restano delle vaghe tracce sulla facciata del piccolo edificio che si affaccia tra il Battistero di San Giovanni e il campanile del Duomo.
E proprio lì davanti, ieri mattina 18 settembre, è stato presentato il suo progetto di restauro alla presenza delle autorità cittadine. Un intervento promosso già due anni fa dall'Associazione Amici dei Musei e dei Monumenti di Treviso presieduta da Eugenio Manzato, che aveva incaricato del progetto l'architetto Rossella Riscica e la storica dell'Arte Chiara Voltarel, autrici del volume “Treviso urbs picta. Facciate affrescate della città dal XIII al XXI secolo: conoscenza e futuro di un bene comune”, assieme al restauratore Antonio Bigolin.
Costo: quarantamila euro. Ne sono stati trovati trentamila grazie a CentroMarca Banca e a un contributo comunale. “Ma si parte con i lavori comunque, confidando di reperire nel frattempo la cifra mancante” ha affermato Manzato durante la presentazione.
Un auspicio che è stato raccolto subito da Antonello Vendramin, amministratore di Cev Spa, l'impresa di costruzioni edili che ha messo a disposizione gratuitamente i ponteggi per eseguire il restauro, che ha lanciato all'istante l'idea di un crowdfunding, una raccolta fondi on-line, dove i sostenitori possono contribuire con cifre a partire anche da un euro, fino al raggiungimento dei diecimila euro necessari.
Un'idea che ha accesso gli entusiasmi dei presenti. “Sono sempre più innamorato della mia città – ha detto il sindaco Mario Conte – Stiamo scoprendo degli autentici tesori. Su questo c'è una bella sinergia tra Curia e amministrazione comunale”. E ha voluto ricordare la figura di Marco Tamaro, il compianto direttore di Fondazione Benetton Studi e Ricerche scomparso di recente. “Marco avrebbe avuto oggi gli occhi lucidi, come sempre li aveva quando si parlava di Treviso Urbs Picta”.
“Contiamo di finire il restauro per dicembre 2011. E ci saranno delle belle sorprese che riveleremo man mano” afferma Chiara Voltarel che nello svolgere le ricerche sull'affresco ha trovato, fra gli altri, nei registri delle Luminarie, conferma che l'opera fu certamente eseguita dal Tiziano, che il compenso pattuito fu di 65 soldi, e persino quanti mattoni furono usati per la costruzione del piccolo edificio che venne subito affrescato dal pittore cadorino. Il progetto di restauro è previsto non solo per l'affresco del Cristo, ma anche per le figure che appaiono sottostanti e gli ornati sotto i davanzali delle finestre. E poi tutta la facciata, visto l'intonaco in pessime condizioni, con il pericolo di distacco. Il tutto con la supervisione della Soprintendenza di Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Venezia, Belluno, Padova e Treviso.
L'affresco del Cristo è posto tra le due finestre con le inferriate del primo piano, riparato da uno spiovente. Se ne intravede l'incarnato del torso, le gambe e il braccio destro, il perizoma bianco svolazzante. Della sua rappresentazione esiste uno schizzo ottocentesco di Giovan Battista Cavalcaselle, conservato alla Biblioteca Marciana di Venezia, oltre ad alcune testimonianze scritte di alcuni uomini di cultura, sempre dell'Ottocento. Ne descrivono infatti il Risorto sulla sua tomba, in atteggiamento di “eroica maestà”, trionfante sulla morte. Con la mano sinistra regge un vessillo crociato, il braccio destro è alzato, benedicente. Le raffigurazioni sottostanti sono dei riquadri appartenenti ai Profeti. Si intravede la sagoma di un vecchio con la barba bianca e il mantello rosso sulla veste verde, sul capo un turbante. Alla sinistra, una figura curva. Gli ornati delle finestre, che rivelano coppie di delfini che si ripetono tra foglie e fiori, sono oggi troppo rovinati per poterne godere gli intensi colori originali in azzurro e oro.
Francesca Faleschini sarà la restauratrice che interverrà sugli affreschi con una tecnica che prevede una sorta di “cucitura” nei tratti fino a rendere più visibili le figure.