L'AVIS SENSIBILIZZA GLI UNIVERSITARI
Domani, martedì 4 maggio, info point davanti alle università di Treviso, Venezia e Padova
| Laura Tuveri |
Treviso - “Goccia su Goccia - Red Revolution”, è stata denominata così la giornata di sensibilizzazione al dono del sangue all'Università. L’ha ideata il Gruppo Giovani dell’Avis regionale organizza per domani, martedì 4 maggio, in contemporanea nelle sedi universitarie di Treviso, Padova e Venezia.
Come già è accaduto in passato, i volontari avisini allestiranno degli info-point dove gli studenti universitari potranno ricevere materiale informativo sulle modalità e sui centri dove poter effettuare la donazione di sangue.
La campagna di quest’anno si chiama “Goccia su Goccia - Red Revolution” perché si collega ad una serie di iniziative promosse dalla Fiods (Federazione internazionale organizzazioni donatori di sangue), a cui è iscritta anche l’Avis, per portare tra i giovani il messaggio della solidarietà al dono del sangue.
Per l’occasioni agli universitari sarà anche regalato un gadget da indossare per creare una sorta di simbolica onda rossa della solidarietà. I punti informativi dell’Avis saranno allestiti a Treviso in piazza Università, a Padova in via Marzolo (Facoltà di Farmacia e Ingegneria) e a Venezia a San Giobbe e San Sebastiano. L'iniziativa si svolge in collaborazione con il Segretariato italiano studenti in medicina (Sism), Ca’ Foscari e le associazioni studentesche.
“Ancora una volta portiamo a Treviso la campagna di sensibilizzazione nazionale che nasce dalla collaborazione tra l’Avis e il Sism e che da qualche anno vede con successo protagoniste le città universitarie – spiega Giuseppe Morrone, responsabile del Gruppo Giovani Avis provinciale di Treviso – Siamo certi che anche quest’anno studenti e docenti si avvicineranno alla nostra associazione e al dono del sangue con interesse e sensibilità.
Già gli anni scorsi il risultato è stato molto incoraggiante e il messaggio capito in pieno”. “I giovani sono il presente e il futuro di qualsiasi associazione di volontariato, ma della nostra in particolare –sottolinea Gino Foffano, presidente dell’Avis provinciale trevigiana - perché il sangue non si fabbrica in laboratorio e senza i donatori non si salvano vite né si aiutano a guarire i malati”.