Lavoro, Cisl: nella Marca cresce il numero delle dimissioni volontarie. Ecco il motivo
E' il segnale di un malessere evidente, connesso a fattori diventati più acuti con la pandemia
| Ansa |
TREVISO - Nel 2021 più di 36 mila trevigiani hanno presentato le proprie dimissioni dal posto di lavoro, contro i 25.410 dell'anno precedente e dei 31.075 dell'anno prima. Ma nei soli primi sei mesi di quest'anno la quota è di quasi 22 mila unità, segnale di un malessere rispetto alla percezione della qualità della posizione che occupano e una disaffezione connessa a fattori diventati più acuti con la pandemia. E' quanto emerge da una ricerca effettuata dalla Fondazione Corazzin per conto della Cisl di Treviso Belluno presentata questa mattina nelle due province sul tema delle "Grandi dimissioni". L'indagine è stata effettuata grazie ad un questionario distribuito dai Centri di assistenza fiscale al quale hanno risposto 2.550 persone, in maggioranza (il 33%) di età compresa tra i 45 e i 54 anni. In una suddivisione per settori, emerge che nei trasporti e magazzinaggio, il 55,7% dei partecipanti al sondaggio esprime una volontà di cercare un nuovo lavoro, seguiti dai lavoratori impegnati nella ricettività e nella ristorazione (43,4%).
I lavoratori più "soddisfatti" della propria posizione, invece, sono quelli del mondo dell'istruzione, in cui solo un addetto su cinque ambisce ad una nuova posizione lavorativa. Alla base di questa scelta, vi è principalmente la dimensione economica (il 63% giudica troppo modesto il salario), ma ci sono anche quote importanti, intorno al 17%, che lamentano la limitazione del tempo libero (il 23% tra gli under 35) e l'insufficienza di opportunità di crescita in azienda (23,9% nei giovani).