LE USL DELLA MARCA DA TRE A DUE? LA REGIONE STA MEDITANDO IL TAGLIO
L'ipotesi: una per la destra e una per la sinistra Piave
| Mauro Favaro |
TREVISO – Accorpare per risparmiare. Di questi tempi è un imperativo categorico. E il settore della sanità non rappresenta un'eccezione. Lo sanno bene i medici di base, che i piani adottati dalle Usl vorrebbero raggruppati nel giro di due anni in soli 29 macro-ambulatori sparsi per la provincia. Identica sorte, però, potrebbe ora toccare alle stesse aziende sanitarie della Marca.
Il piano regionale, che verrà discusso a palazzo Ferro Fini dal 12 giugno, infatti, prevede che queste comprendano un territorio da circa 350 mila abitanti. Vincolo che farebbe scendere le Usl trevigiane, con le relative strutture dirigenziali, da tre a due.
Quale la sede destinata a sparire tra Treviso, Pieve di Soligo e Asolo? Ancora non si sa. Ma l'indicazione di massima, affrontata anche nella commissione sanità regionale della settimana scorsa, è quella di dar vita a un'azienda sanitaria della destra Piave e a un'altra della sinistra Piave. Un'operazione complessa che, comunque, richiederebbe la ridefinizione di tutti gli attuali confini.
Chi mettere alla guida di questo mega-processo di accorpamento? Il più indiziato è Claudio Dario, attuale direttore generale dell'Usl di Treviso e ad interim pure di quella di Pieve di Soligo. Una coincidenza dopo l'addio di Del Favero, pronto a trasferirsi alle Molinette di Torino? Per molti no. Per il diretto interessato sì. “La mia è solamente un'azione di supporto per completare quanto già pianificato – specifica – questo è il mio mandato”.
Un mandato che scadrà alla fine di dicembre. Ma prima, per l'appunto, la Regione dovrà tassativamente approvare il nuovo piano socio-sanitario. Che potrebbe cambiare le carte in tavola. Tanto più sentite le insistenti voci di corridoio che vogliono lo stesso Dario impegnato a Treviso anche l'anno prossimo per arrivare a concludere la fase progettuale e a mettere la prima pietra della Cittadella della salute del Ca' Foncello. Il mondo della sanità trevigiana, insomma, sta per essere rivoluzionato.