Legambiente e Lipu contro il taglio degli alberi lungo il Meschio
A rischio la presenza di specie faunistiche di pregio
| Claudia Borsoi |
COLLE UMBERTO – L’ennesimo taglio di alberi e di vegetazione lungo il fiume Meschio non è passato inosservato. A denunciare pubblicamente l’accaduto, sollecitando gli enti ad una maggiore attenzione sul fiume e sul suo ecosistema, sono Legambiente del Vittoriese e Lipu Vittorio Veneto.
Nei giorni scorsi una sponda del fiume, a San Martino, è stata disboscata per fare spazio, così almeno emerge, a due nuove centraline idroelettriche. «Le centraline andrebbero a compromettere l’ecosistema e ad impattare fortemente sull’ambiente fluviale del Meschio, alterando gravemente quelle che sono le sue caratteristiche fisiche e biologiche – evidenziano Lipu e Legambiente -. Sabato 9 gennaio un altro tratto di sponda, lungo decine di metri, è stato disboscato, in barba alle più elementari regole di rispetto dell’ecologia dei fiumi».
Roberto Guglielmi, naturalista, ornitologo e delegato Lipu di Vittorio Veneto, mette in luce come gli alberi che ora non ci sono più funzionassero da «impianti naturali di fitodepurazione» e come la vegetazione ripariale della sponda fungesse da «habitat fondamentale per la vita di tante specie animali, in primis uccelli acquatici».
Lungo il Meschio vive «il marangone minore, piccolo cormorano che in Italia nidifica in sole sette province, situate perlopiù nel Nord-Est, con circa 2.125 coppie dislocate in 16-18 siti – spiega -. Questa specie, da qualche anno, sta utilizzando il Meschio come “area di collegamento ecologico funzionale”». E poi ci sono i merli acquaioli (in foto sotto), «una decina di coppie per 10 km, con una media di una coppia per ogni km, una frequenza tra le più alte a livello europeo – evidenzia l’ornitologo -. Il merlo acquaiolo è un indicatore biologico importante, in quanto si nutre di larve di tricotteri, insetti che vivono solo nelle acque correnti più pulite».